CANZONIERE di Francesco Petrarca
Petrarca scrive due opere in volgare: il Canzoniere, il cui titolo originale è Rerum Vulgarium Fragmenta, e i Trionfi.
L’autore apparentemente dichiara di aspettarsi la gloria dovuta alla sua
produzione in latino, in realtà lo conosciamo più per le opere in volgare che
per quelle in latino.Petrarca inizia a lavorare al Canzoniere nel 1335 e lo porterà avanti per tutto il resto della
sua vita, dunque fino al 1374. Ci fu una grande diffusione postuma, la prima
edizione a stampa è del 1470, una critica filologica curata da Pietro Bembo è
del 1501, e celebra Petrarca quale modello assoluto per la poesia, Boccaccio
per la prosa. Darà origine al fenomeno del petrarchismo. “Voi ch’ascoltate ...”
allude a un pubblico ristretto.
Le caratteristiche principali del Canzoniere sono: l’indefinitezza
della figura di Laura, Il paesaggio idillico (paesaggio stato-d’animo).Vi è
l’’assenza di una realtà storica;
l’unica realtà è quella interiore. L’amore si presenta come simbolo di una
generale condizione interiore ;usa l’amore per esplorarsi totalmente
interiormente; capiamo la condizione interiore di Petrarca: Sentimenti
oscillanti e contradditori; molte preoccupazioni morali e religiose; sentiva la
stanchezza e il peso della carne; si vergognava per la debolezza; sognava una
conciliazione tra umano e divino , fra cielo e terra e l’unilinguismo.
Del Canzoniere abbiamo
due manoscritti autografi (ovvero scritti da Petrarca stesso di suo pugno) e
entrambi sono conservati nelle Biblioteche Vaticane; sono:
-
Vaticano latino 3195
-
Vaticano latino 3196 o anche Codice degli abbozzi
Il Canzoniere è stato
scritto, come per le epistole, in varie fasi dall’autore, che lo cambia spesso
aggiungendoci nuove poesie, cambiando posto ad alcune e a volte cambiandone
anche il contenuto stesso. Uno studioso americano di Petrarca, Henry Wilkins
(che scrive Una vita di Petrarca),
sostiene che il Canzoniere prima di arrivare
a noi è passato a nove differenti stesure. Nel Vaticano latino 3196 sono rappresentate queste fasi: ci fa vedere
come sia il risultato finale e come fosse l’originale. Il Canzoniere è costituito da 366 componimenti: la maggior parte sono
sonetti, poi canzoni e madrigali (breve componimento con schema metrico fisso,
di contenuto pastorale) Si distinguono gruppi omogenei: l’amore per Laura, la
spiritualità attraverso la solitudine, le liriche politiche e quelle religiose,
la descrizione fisica di Laura, le comuni strutture linguistiche. Scompare ogni
traccia di realismo e concretezza fisica, per quanto il poeta la descriva
fisicamente, Laura diventa una figura simbolica. Si tratta di poesie compiute
in sé stesse ma il problema è che sono inserite in un’opera organica, dunque
hanno valore in sé e valore nell’organico dell’opera, a differenza di ciò che è
avvenuto per le Rime di Dante. Le
poesie sono divise in:
-
In vita
-
In morte di
Laura: questa muore nel 1348,
a causa della peste nera
Tutte le poesie che Petrarca finge siano
state scritte prima della sua morte (266 componimenti) sono racchiuse nel primo
gruppo; le altre riflessioni su Laura già morta vanno dal componimento 267 in poi. Il nome stesso
Laura si associa al lauro (pianta dell’incoronazione del poeta), all’auro e
all’aura. Nel 9, V Familiares a Giacomo Colonna, Petrarca ribadisce l’esistenza
reale della donna. Egli parte da un innamoramento giovanile per una bella di
Avignone per costruire la propria poesia, legandola a rimandi simbolici e cronologici
tipici dello stilnovismo. La vita di Petrarca non cambia per via di Laura (come
quella di Dante per Beatrice), che però diventa ragione di vita ed eterna
immagine del desiderio irrealizzabile, grazie alla quale Petrarca conosce se
stesso. Per Dante la morte di Beatrice è un punto di partenza per la sua
spiritualizzazione assoluta, per Petrarca dopo la morte, Laura diventa garanzia
di purezza (per esser rimasta casta), ma manca la donna nella sua fisicità, è
questo un dolore più umano. Il poeta ha difficoltà perché non è mai in pace per
via di Laura, nonostante l’astrazione simbolica, rimane sempre la passione
terrena. L’ordine che dà Petrarca è un ordine cronologico ideale, infatti delle
poesie del primo gruppo possono trovarsi nel secondo e viceversa.
Petrarca ha sempre presente l’opera di Dante ma non lo nomina mai
direttamente, perché si tratta di un rapporto problematico. Infatti Petrarca ne
avverte la grandezza, ma la poesia di Petrarca cambia rotta e si occupa della
coscienza lacerata e divisa. Il confronto tematico e linguistico fra i due è
comunque sempre presente. Petrarca vorrebbe scrivere un’opera narrativa
continua (come la Divina Commedia ), però
la struttura stessa della sua anima non glielo permette e perciò sceglie di
scrivere delle poesie divise, sebbene alcune siano poi collegate per argomenti
(ad esempio le prime 10 poesie trattano dell’innamoramento di Laura) o per
soluzioni stilistiche. Per questi motivi il Canzoniere
si muove a metà fra il frammento e l’opera globale.
Il linguaggio volgare di Petrarca è più semplice di quello di
Dante per diversi motivi:
-
Motivo
storico, per cui i letterati italiani hanno mantenuto lo stesso linguaggio per
la divisione tra la lingua scritta e la lingua parlata [motivo extratesto]
-
Scelta
precisa di Petrarca, il quale, a differenza di Dante, scrive in uno stile medio
che elimina le punte più alte del linguaggio (presenti nel Paradiso della Divina Commedia)
ma anche quelle più basse. Petrarca usa una lingua più concreta, sebbene
generica, e non si sofferma a descrizioni minuziose di Laura e di dove è. È un
linguaggio che risente del latino classico riscoperto.
Si individuano due linee tematiche che caratterizzeranno la
letteratura italiana nei secoli futuri:
-
Prospettiva
dantesca: plurilinguistica e pluristilistica.
-
Prospettiva
petrarchesca: monolinguistica e monostilistica.
SECRETUM di Francesco Petrarca
Il Secretum è una delle opere più celebri di Francesco Petrarca. Il titolo del componimento (per
esteso De secreto conflictu
curarum mearum; il segreto conflitto dei miei afffanni), preannuncia
una confessione da
parte dell’autore, che riguarda le angosce e i patimenti che agitano il suo
animo.
Petrarca
inizia la stesura del Secretum nel 1347, ma modifica e rivede
l'opera più volte, in particolare negli anni tra il 1353 e il 1358, nel culmine
della crisi religiosa. La rielaborazione e
il cambiamento sono
tendenze proprie di questo tipo di opera, che si articola come un viaggio introspettivo del poeta
nel proprio "io" più profondo e nascosto allo sguardo altrui. L’opera
è divisa in 3 libri, è strutturata come un dialogo e vede come unico
interlocutore S. Agostino (la sua guisa spirituale )e come
‘testimone’ una donna bellissima, la quale non prende mai parola; la Verità. In realtà i due
protagonisti sono entrambi proiezioni
di Petrarca stesso, e incarnano la parte morale e coscienziosa del suo
animo e quella mondana e più terrena. Tre libri dunque, come tre sono le
‘sedute’ con il Santo, in cui l’autore cerca, attraverso la propria esperienza
personale, di tracciare un esempio per i lettori. L’idea di fondo da cui
nasce il turbamento che
sconvolge il poeta è la coscienza di una morte certa, che, incombente, vanifica
ogni esperienza su questo mondo.
Nel primo
libro, partendo proprio dal rapporto
tra vita e morte,
Francesco e Agostino analizzano la futilità e
l’inutilità dei patimenti del Petrarca e la sua debolezza di volontà.. Il Santo
sprona il poeta a rinunciare ai suoi affanni e alla sue ambizioni mondane e di
mirare a ciò che è realmente importante e benefico, ovvero la virtù e la fede religiosa che
conducono alla conoscenza di Dio,
unici valori che sopravvivono anche al confronto con la morte. Petrarca, a
differenza del fratello Gherardo, non riesce però a rinunciare davvero a beni
ed illusioni del mondo terreno, ed è questo il peccato da cui scaturiscono le
sue sofferenze e i suoi mali. Qui S. Agostino espone infatti la sua teoria del male, considerato la
conseguenza di una volontà fragile e poco convinta, di cui ci si può liberare
se solo lo si desidera realmente.
Nel libro
successivo il Santo presenta i sette
peccati capitali e si concentra su quello che affligge più
gravemente Petrarca: l’accidia. Il poeta infatti si crogiola
in questa inerte angoscia che lo blocca nel limbo che tutti noi proviamo nell’abisso che divide la coscienza del male
all’azione verso il bene. Nel terzo volume del Secretum,
il viaggio introspettivo si fa sempre più profondo e acuto e Agostino tocca Petrarca nei suoi
punti più deboli e scoperti, sottolineando con forza i due peccati cui non riesce a rinunciare:
l’amore per Laura e il desiderio di gloria. Il Santo afferma cge questi
due sentimenti distolgono il poeta da Dio e dalla salvezza dell’anima, e che
gli provocano angoscia e incertezza. Ma Petrarca non vuole compiere l’estrema rinuncia, e decide di non ignorare la propria
natura e di rimandare a quando potrà la correzione della sua condotta,
sottolineando un’altra grande differenza con Dante, escludendo soluzioni
definitive; diventando ormai l’uomo della crisi.
La
modernità di quest'opera petrarchesca si trova esattamente in
quest’accettazione problematica della propria natura, e nella finezza con cui
l'autore mette in luce tutta la complessità interiore dell’animo umano, attraverso una minuziosa indagine
introspettiva e una confessione "aperta" di fronte al
lettore. La prosa del Secretum, composto in latino da Petrarca, si
ispira in maniera esplicita a quello di alcuni modelli di riferimento della
tradizione: Cicerone,
Boezio, Seneca e S. Agostino stesso.
With love , D. ❤