martedì 21 gennaio 2014

Il canzoniere e il Secretum di Petrarca

CANZONIERE di Francesco Petrarca

Petrarca scrive due opere in volgare: il Canzoniere, il cui titolo originale è Rerum Vulgarium Fragmenta, e i Trionfi. L’autore apparentemente dichiara di aspettarsi la gloria dovuta alla sua produzione in latino, in realtà lo conosciamo più per le opere in volgare che per quelle in latino.Petrarca inizia a lavorare al Canzoniere nel 1335 e lo porterà avanti per tutto il resto della sua vita, dunque fino al 1374. Ci fu una grande diffusione postuma, la prima edizione a stampa è del 1470, una critica filologica curata da Pietro Bembo è del 1501, e celebra Petrarca quale modello assoluto per la poesia, Boccaccio per la prosa. Darà origine al fenomeno del petrarchismo. “Voi ch’ascoltate ...” allude a un pubblico ristretto.
Le caratteristiche principali del Canzoniere sono: l’indefinitezza della figura di Laura, Il paesaggio idillico (paesaggio stato-d’animo).Vi è l’’assenza di una  realtà storica; l’unica realtà è quella interiore. L’amore si presenta come simbolo di una generale condizione interiore ;usa l’amore per esplorarsi totalmente interiormente; capiamo la condizione interiore di Petrarca: Sentimenti oscillanti e contradditori; molte preoccupazioni morali e religiose; sentiva la stanchezza e il peso della carne; si vergognava per la debolezza; sognava una conciliazione tra umano e divino , fra cielo e terra e l’unilinguismo.

Del Canzoniere abbiamo due manoscritti autografi (ovvero scritti da Petrarca stesso di suo pugno) e entrambi sono conservati nelle Biblioteche Vaticane; sono:
-          Vaticano latino 3195
-          Vaticano latino 3196 o anche Codice degli abbozzi
Il Canzoniere è stato scritto, come per le epistole, in varie fasi dall’autore, che lo cambia spesso aggiungendoci nuove poesie, cambiando posto ad alcune e a volte cambiandone anche il contenuto stesso. Uno studioso americano di Petrarca, Henry Wilkins (che scrive Una vita di Petrarca), sostiene che il Canzoniere prima di arrivare a noi è passato a nove differenti stesure. Nel Vaticano latino 3196 sono rappresentate queste fasi: ci fa vedere come sia il risultato finale e come fosse l’originale. Il Canzoniere è costituito da 366 componimenti: la maggior parte sono sonetti, poi canzoni e madrigali (breve componimento con schema metrico fisso, di contenuto pastorale) Si distinguono gruppi omogenei: l’amore per Laura, la spiritualità attraverso la solitudine, le liriche politiche e quelle religiose, la descrizione fisica di Laura, le comuni strutture linguistiche. Scompare ogni traccia di realismo e concretezza fisica, per quanto il poeta la descriva fisicamente, Laura diventa una figura simbolica. Si tratta di poesie compiute in sé stesse ma il problema è che sono inserite in un’opera organica, dunque hanno valore in sé e valore nell’organico dell’opera, a differenza di ciò che è avvenuto per le Rime di Dante. Le poesie sono divise in:
-          In vita
-          In morte di Laura: questa muore nel 1348, a causa della peste nera
Tutte le poesie che Petrarca finge siano state scritte prima della sua morte (266 componimenti) sono racchiuse nel primo gruppo; le altre riflessioni su Laura già morta vanno dal componimento 267 in poi. Il nome stesso Laura si associa al lauro (pianta dell’incoronazione del poeta), all’auro e all’aura. Nel 9, V Familiares a Giacomo Colonna, Petrarca ribadisce l’esistenza reale della donna. Egli parte da un innamoramento giovanile per una bella di Avignone per costruire la propria poesia, legandola a rimandi simbolici e cronologici tipici dello stilnovismo. La vita di Petrarca non cambia per via di Laura (come quella di Dante per Beatrice), che però diventa ragione di vita ed eterna immagine del desiderio irrealizzabile, grazie alla quale Petrarca conosce se stesso. Per Dante la morte di Beatrice è un punto di partenza per la sua spiritualizzazione assoluta, per Petrarca dopo la morte, Laura diventa garanzia di purezza (per esser rimasta casta), ma manca la donna nella sua fisicità, è questo un dolore più umano. Il poeta ha difficoltà perché non è mai in pace per via di Laura, nonostante l’astrazione simbolica, rimane sempre la passione terrena. L’ordine che dà Petrarca è un ordine cronologico ideale, infatti delle poesie del primo gruppo possono trovarsi nel secondo e viceversa.
Petrarca ha sempre presente l’opera di Dante ma non lo nomina mai direttamente, perché si tratta di un rapporto problematico. Infatti Petrarca ne avverte la grandezza, ma la poesia di Petrarca cambia rotta e si occupa della coscienza lacerata e divisa. Il confronto tematico e linguistico fra i due è comunque sempre presente. Petrarca vorrebbe scrivere un’opera narrativa continua (come la Divina Commedia), però la struttura stessa della sua anima non glielo permette e perciò sceglie di scrivere delle poesie divise, sebbene alcune siano poi collegate per argomenti (ad esempio le prime 10 poesie trattano dell’innamoramento di Laura) o per soluzioni stilistiche. Per questi motivi il Canzoniere si muove a metà fra il frammento e l’opera globale.
Il linguaggio volgare di Petrarca è più semplice di quello di Dante per diversi motivi:
-          Motivo storico, per cui i letterati italiani hanno mantenuto lo stesso linguaggio per la divisione tra la lingua scritta e la lingua parlata [motivo extratesto]
-          Scelta precisa di Petrarca, il quale, a differenza di Dante, scrive in uno stile medio che elimina le punte più alte del linguaggio (presenti nel Paradiso della Divina Commedia) ma anche quelle più basse. Petrarca usa una lingua più concreta, sebbene generica, e non si sofferma a descrizioni minuziose di Laura e di dove è. È un linguaggio che risente del latino classico riscoperto.
Si individuano due linee tematiche che caratterizzeranno la letteratura italiana nei secoli futuri:
-          Prospettiva dantesca: plurilinguistica e pluristilistica.
-          Prospettiva petrarchesca: monolinguistica e monostilistica.

SECRETUM di Francesco Petrarca

Il Secretum  è una delle opere più celebri di Francesco Petrarca. Il titolo del componimento (per esteso De secreto conflictu curarum mearum; il segreto conflitto dei miei afffanni), preannuncia una confessione da parte dell’autore, che riguarda le angosce e i patimenti che agitano il suo animo.
Petrarca inizia la stesura del Secretum nel 1347, ma modifica e rivede l'opera più volte, in particolare negli anni tra il 1353 e il 1358, nel culmine della crisi religiosa. La rielaborazione e il cambiamento sono tendenze proprie di questo tipo di opera, che si articola come un viaggio introspettivo del poeta nel proprio "io" più profondo e nascosto allo sguardo altrui. L’opera è divisa in 3 libri, è strutturata come un dialogo e vede come unico interlocutore S. Agostino  (la sua guisa spirituale )e come ‘testimone’ una donna bellissima, la quale non prende mai parola; la  Verità. In realtà i due protagonisti sono entrambi proiezioni di Petrarca stesso, e incarnano la parte morale e coscienziosa del suo animo e quella mondana e più terrena. Tre libri dunque, come tre sono le ‘sedute’ con il Santo, in cui l’autore cerca, attraverso la propria esperienza personale, di tracciare un esempio per i lettori. L’idea di fondo da cui nasce il turbamento che sconvolge il poeta è la coscienza di una morte certa, che, incombente, vanifica ogni esperienza su questo mondo.
Nel primo libro, partendo proprio dal rapporto tra vita e morte, Francesco e Agostino analizzano la futilità e l’inutilità dei patimenti del Petrarca e la sua debolezza di volontà.. Il Santo sprona il poeta a rinunciare ai suoi affanni e alla sue ambizioni mondane e di mirare a ciò che è realmente importante e benefico, ovvero la virtù e la fede religiosa che conducono alla conoscenza di Dio, unici valori che sopravvivono anche al confronto con la morte. Petrarca, a differenza del fratello Gherardo, non riesce però a rinunciare davvero a beni ed illusioni del mondo terreno, ed è questo il peccato da cui scaturiscono le sue sofferenze e i suoi mali. Qui S. Agostino espone infatti la sua teoria del male, considerato la conseguenza di una volontà fragile e poco convinta, di cui ci si può liberare se solo lo si desidera realmente.
Nel libro successivo il Santo presenta i sette peccati capitali e si concentra su quello che affligge più gravemente  Petrarca: l’accidia. Il poeta infatti si crogiola in questa inerte angoscia che lo blocca nel limbo che tutti noi proviamo nell’abisso che divide la coscienza del male all’azione verso il bene. Nel terzo volume del Secretum, il viaggio introspettivo si fa sempre più profondo e acuto e Agostino tocca Petrarca nei suoi punti più deboli e scoperti, sottolineando con forza i due peccati cui non riesce a rinunciare: l’amore per Laura e il desiderio di gloria. Il Santo afferma cge questi due sentimenti distolgono il poeta da Dio e dalla salvezza dell’anima, e che gli provocano angoscia e incertezza. Ma Petrarca non vuole compiere l’estrema rinuncia, e decide di non ignorare la propria natura e di rimandare a quando potrà la correzione della sua condotta, sottolineando un’altra grande differenza con Dante, escludendo soluzioni definitive; diventando ormai l’uomo della crisi.
La modernità di quest'opera petrarchesca si trova esattamente in quest’accettazione problematica della propria natura, e nella finezza con cui l'autore mette in luce tutta la complessità interiore dell’animo umano, attraverso una minuziosa indagine introspettiva e una confessione "aperta" di fronte al lettore. La prosa del Secretum, composto in latino da Petrarca, si ispira in maniera esplicita a quello di alcuni modelli di riferimento della tradizione: Cicerone, Boezio, Seneca e S. Agostino stesso.

With love , D. ❤


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