ANALISI DI UN TESTO POETICO “I PASTORI ” DI G. D’ANNUNZIO
In
questa lirica di G. D. Annunzio, vengono descritti i pastori abruzzesi che in
settembre abbandonano i pascoli di montagna per trasferire le greggi a svernare
nella piana pugliese.
Settembre[1],
andiamo. E' tempo di migrare[2].
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi[3] e vanno verso il mare: scendono all'Adriatico selvaggio[4] che verde è come i pascoli dei monti[5]. Han bevuto profondamente[6] ai fonti alpestri, che[7] sapor d'acqua natía[8] rimanga ne' cuori esuli[9] a conforto, che lungo[10] illuda la lor sete in via[11]. Rinnovato hanno verga d'avellano[12]. E vanno pel tratturo antico[13] al piano, quasi per un erbal fiume silente[14], su le vestigia degli antichi padri[15]. O voce[16] di colui che primamente conosce il tremolar della marina! Ora lungh'esso il litoral cammina la greggia. Senza mutamento[17] è l'aria. il sole imbionda sì la viva lana che quasi dalla sabbia non divaria[18]. Isciacquío, calpestío, dolci romori. Ah perché non son io cò miei pastori? |
PARAFRASI E SPIEGAZIONE DELLA POESIA
E'
settembre, è il tempo di migrare da un luogo ad un altro, il tempo nel quale
i pastori abruzzesi lasciano gli alti
pascoli e scendono verso il mare verde come i pascoli lassù sulla montagna.
Hanno
molto bevuto alle sorgenti native, affinchè il sapore di quell'acqua duri nei
loro cuori e li conforti nel forzato esilio; hanno con sè il bastone di nocciolo su cui si appoggiano
durante il cammino e con cui guidano le greggi .
Scendono
per la via larga come fiume verdeggiante, calcando le orme dei padri e degli
avi che hanno sempre percorso le stesse vie. Oh, esultanza di colui che per
primo scorge il mare e ne grida l'annuncio ai compagni !
Ora il
gregge costeggia il mare. Nulla turba l’aria.
Sotto il
sole la lana bionda delle pecore non si differenzia dal biondo colore della
sabbia.
Sciacquio
d'onde, echi di passi e di canti si fondono in una sola armonia:
ed io (il
poeta), lontano dalla mia terra, mi rammarico perchè non sono in compagnia
dei pastori.
|
[1] Settembre: può
essere inteso come vocativo rivolto al mese personificato, oppure come una
constatazione "è settembre"
[2] È. . . migrare: È
tempo per i pastori, che d'estate sono stati sui pascoli montani, di migrare
con le greggi al piano
[3] stazzi: i
recinti aperti sui monti, dove vengono radunate le greggi per la notte,
durante la bella stagione
[5] verde ... monti: il
color verde del mare ricorda ai pastori i loro pascoli montani e li consola
della lontananza
[11] illuda. . . via: letteralmente
non faccia loro sentire la sete durante il viaggio, ma
metaforicamente non faccia sentire la nostalgia della loro terra
[12] verga
d’avellano: il bastone di nocciolo su cui si appoggiano
durante il cammino e con cui guidano le greggi
[13] tratturo
antico: i
tratturi sono i larghi sentieri erbosi che scendono dalla montagna alla
pianura, percorsi dalle migrazioni delle greggi; antico perché segnato da tempi
immemorabili
[14] quasi ... silente:
come per un
silenzioso fiume di erbe Il tratturo è assimilato ad un fiume che scende verso
il mare
[15] su le
vestigia... padri: sulle tracce degli antenati che per secoli hanno guidato
migrazioni analoghe. Il. colui... marina: colui che per primo scorge il mare
[16] O voce
... marina!:
è il grido
del pastore che per primo scorge di lontano la superficie del mare, che
investita dalla luce del sole sembra tremolare
[17] Senza mutamento: Calma, senza
nulla che la turbi
[18] Il sole . . . divaria: Il
sole, colpendo la lana delle pecore, le conferisce un colore biondo simile a
quello della sabbia della spiaggia
With love , D. ❤
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