domenica 12 maggio 2013

Friedrich Nietzsche - critica alla società perbenista


Friedrich Nietzsche - critica alla società perbenista
Nietzsche pensa che ciò che appare non coincida con l’essenza delle cose. La ragione è incapace di comprendere l’intimo senso della vita. Gran parte dell’esperienza umana sfugge ai concetti della logica e della scienza. Soltanto l’arte, la musica in particolare, ci mette in sintonia con la vita. Il filosofo si assume il compito di mettere a nudo l’inconsistenza dei miti e delle ideologie su cui si fonda la civiltà occidentale e il tipo di uomo che essa ha prodotto. Egli distrugge tutte le certezze ed è da tale temerarietà che nascerà un nuovo modello di umanità.
Nietzsche vuole risalire alle cause dell’attuale visione decadente della vita. Egli fa dipendere l’inizio della crisi dell’Occidente dalla visione razionalistica del mondo inaugurata da Socrate e sviluppata da Platone.
Genealogia della morale (1887). Al cuore di quest’ultimo sta la messa in discussione della morale attraverso un’analisi della sua origine; attraverso tale analisi, Nietzsche addiviene alla scoperta che la morale ha un’origine psicologica. Nella prefazione all’opera, egli ci dice che quello che stiamo per leggere è uno scritto polemico, che mette alla berlina i pregiudizi morali. Il filosofo tedesco precisa anche che non è possibile cercare l’origine del male nel mondo dei fenomeni: tesi che sembra contrastare con la negazione nietzscheana dell’esistenza della kantiana “cosa in sé”. Nella misura in cui bisogna condurre un’analisi che esuli dal “mondo fenomenico”, l’unica strada percorribile diventa il tentativo di cercare l’origine dei pregiudizi morali nella psicologia. Alla domanda centrale dell’opera – come si è giunti all’invenzione dei pregiudizi morali? – Nietzsche prova a dare una risposta che tenga conto delle riflessioni schopenhaueriane, ma ben presto si accorge che, seguendo Schopenhauer, si precipita nel nulla, nella volontà che si rivolta contro se stessa. La distinzione capitale fissata da Nietzsche è quella tra la morale dei signori e quella dei sacerdoti: questi ultimi, provando invidia di fronte alla superiorità dei signori, elaborano una tavola di valori opposti, anteponendo al corpo lo spirito, al sesso la castità, alla forza l’umiltà. Storicamente, questo rovesciamento della tavola dei valori avviene con il popolo sacerdotale per eccellenza: gli ebrei. Quella che si attua, nota Nietzsche, è una vera e propria congiura contro la vita, nella misura in cui tutti gli istinti che non si scaricano all’esterno si rivolgono all’interno. Nasce in questo modo uno spirito di vendetta contro il prossimo. Chi è malvagio secondo la morale del risentimento, è buono secondo quella dei signori; e viceversa. Per chiarire questo punto, Nietzsche porta l’esempio omerico di Odisseo e Tersite: secondo la prospettiva dei signori, il buono è Odisseo; per quella dei sacerdoti, Tersite. La concezione assolutamente atea di Schopenhauer, nella misura in cui riconosce una colpevolezza innata nell’uomo, finisce per avvicinarsi incautamente alla morale del risentimento: in opposizione alla quale, Nietzsche precisa che il fatto che la vita sia indubitabilmente sofferenza non implica che ci sia una colpa da espiare. Al contrario, che la vita sia sofferenza è un dato che si impone da sé e che, di conseguenza, si giustifica da sé: l’invenzione del “peccato originale” è soltanto un assurdo espediente per cercare di dare un senso a quella sofferenza, tenendola sotto controllo. Ad avviso di Nietzsche, se è un dato di fatto che la sofferenza pertiene all’esistenza e se l’uomo aspira all’esistenza nella sua forma più alta, allora ne segue che l’uomo aspirerà alla sofferenza più grande. In questa maniera, egli si libera dai vincoli della metafisica e accetta la vita così com’è, nella sua mancanza di senso: è esattamente in questo che risiede il “nichilismo attivo”. Contro la metafisica, la religione e la scienza l’unico antidoto possibile è l’arte, nella quale “la menzogna si santifica” senza celare presunte verità oggettive.

With love , D. 

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