Chiesa S. Maria del Giogo
Chiesa
S. Maria del Giogo
OGGETTO: bene immobile
UBICAZIONE: comune di Polaveno, provincia di Brescia
DATAZIONE: 1264
AUTORE: sconosciuto
CARATTERISTICHE DI INTERESSE: interesse religioso e culturale.
Descrizione del
bene:
il santuario di S. Maria del Giogo è posto a 968 metri di
altitudine e si trova sul valico o “giogo” che divide la Valle Trompia dalla
Riviera del lago di Iseo, in particolare separa il comune di Polaveno da quello
di Sulzano. L’edificio sorge su terreno silicifero e ammonitico rosso
superiore, si presenta all’esterno come una costruzione rustica, con la
facciata posta a nord caratterizzata da poche aperture e alcuni lacerti
colorati, ultima testimonianza di probabili affreschi esterni.
La facciata a capanna,
caratterizzata su un lato da un campanile coevo alla costruzione, si apre su un
portico di ingrasso coperto con volte a vela, sorta di piccolo rifugio per i
pellegrini di passaggio.
L’interno ha un’unica navata ed è scandito da setti murari
dai quali si dipartono gli ampi archi a sesto acuto, che reggono il tetto in
legno, con tavelloni in cotto di fattura moderna.
Gli arconi ogivali, posizionati a
intervalli uguali, scandiscono l’ampia aula in tre spazi; i primi verso
l’ingresso sono quelli che accolgono il popolo in preghiera, mentre il terzo è
interamente occupato dal presbiterio, leggermente sopraelevato rispetto
all’aula, a cui è collegato un piccolo locale adibito a sagrestia. Nel presbiterio domina un
altare maggiore in stucco, di fattura settecentesca, caratterizzato da tre
nicchie nelle quali trovano posto due statue lignee policrome di collocazione
cinquecentesca di S. Benedetto Abate a sinistra e S. Bartolomeo a destra, al
centro troviamo la statua della Madonna eseguita dalla bottega artigiana Poisa
di Brescia (1959). La pavimentazione del presbiterio in piastrelle in cemento
bicolore (bianco e nero) risale al 1940/50 ed è diversa rispetto alle
mattonelle in cotto dell’aula principale.
Sulle pareti dell’edificio sono presenti vari lacerti
d’affresco, recentemente riscoperti, che fanno ipotizzare che l’intera
superficie muraria fosse un tempo interamente decorata. Sulla parete sinistra
della prima campata è stata portata alla luce una porzione significativa di
tale ciclo, anche se lo stato conservativo alquanto precario non permette
appieno un’analisi circostanziata. Si tratta di affreschi devozionali eseguiti
in epoche diverse, accostati uno all’altro, come si può notare degli strati di
intonaco. Dal basso verso l’alto troviamo tre fasce di affreschi con diverse
immagini della Madonna con Bambino, ognuna caratterizzata da una diversa
accentuazione devozionale, da una serie di figure di santi (Sant’Antonio Abate,
San Rocco e Santa Lucia) e da un lacerto di Ultima Cena che indurrebbe a
ipotizzare, nei caratteri arcaici della raffigurazione dei personaggi e degli
oggetti, una datazione a cavallo fra il milletrecento e il millequattrocento.
Il resto delle pareti della chiesa sono state ricoperte da uno strato di
intonaco a calce, probabilmente settecentesco, e da vari strati di
tinteggiatura bianca, che hanno occultato gli affreschi precedenti.
Restauri:
si ritiene che l’orientamento della primitiva chiesa di S. Maria
del Giogo sia stato est-ovest, con il presbiterio ad oriente, trasformato con
ogni probabilità nel ‘600, ricavando nell’abside centrale il nuovo ingresso e
addossando l’altare maggiore alla opposta parete occidentale.
Nel 1881/82 furono completamente rifatti la volta e il
pavimento.
Un fulmine nell’estate del 1838 diroccò il campanile
restaurato poi nel 1842.
Altri lavori vennero fatti nel 1920 e nel 1947sia
all’interno della chiesa che sul tetto.
Da pochi mesi è partito il progetto di recupero e restauro
conservativo per il presbiterio e le pareti con lo scopo di ottenere il
recupero totale della chiesa.
DESTINAZIONE D’USO: Storica_
monastero benedettino e rifugio per viandanti
Attuale_ luogo religioso e di pellegrinaggio
PROPRIETà: ente ecclesiastico
MOTIVAZIONE: credo sia
importante riconoscere questa chiesa come facente parte del patrimonio
culturale, sia per la collocazione geografica, isolata e distante dal centro
del paese raggiungibile solamente
attraverso sentieri montani, sia per lo
stupefacente panorama che, nelle giornate limpide, spazia dal sottostante lago
di Iseo, dalla media Valtrompia e dalla Valgobbia fino alla maestosa catena
alpina; ma soprattutto per l’antichità dell’edificio e l’importanza degli
interni, senza tralasciare l’importante valore religioso e devozionale dei
fedeli che costantemente salgono in preghiera al santuario.
ALTRO: la chiesa non ha un
vincolo specifico, ma è tutelata ai sensi del D.Lgs. 42/2004 articoli 10 e 12,
comma 1.
PROPENSIONE DEL PROPRIETARIO:
1.
è a conoscenza della possibilità di tutelare il
bene come bene culturale? Si lo sono.
2.
Trovi che il bene meriti un simile
riconoscimento? Si
3.
Personalmente sarebbe favorevole? Si
4.
Sa che esistono norme di favore per i beni
culturali ( agevolazioni fiscali, possibilità di finanziamenti per lavori)? Si
lo so.
5.
Considerando possibili benefici e svantaggi per
il proprietario conseguenti all’imposizione del vincolo, ritiene migliorativa
la situazione proprietaria dopo il riconoscimento di bene culturale ( anche
sotto il profilo economico)? Si.
ALLEGATI:
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