mercoledì 8 maggio 2013

Ritratto del doge Sebastiano Veniero


Ritratto del doge Sebastiano Veniero

OGGETTO: bene mobile - dipinto
UBICAZIONE: Brescia
DATAZIONE: 1577-1578 circa
AUTORE: attribuito ad un artista contemporaneo a Jacopo Robusti detto il Tintoretto (1518-1594)
ISCRIZIONI: “Sebastiano Veniero”
MATERIA / TECNICA: olio su tela
MISURE: con cornice 59X75 cm; solo tela 50X67 cm.

CARATTERISTICHE D’INTERESSE
Bene d’interesse storico/artistico
·        Descrizione del bene:
Nel dipinto vi è raffigurato il mezzo busto del doge, posizionato a ¾ rispetto all’asse del dipinto, con volto e sguardo rivolti verso sinistra leggermente affossati in basso. La figura si staglia su uno sfondo scuro monocromo, arricchito dall’iscrizione documentaria “Sebastiano Veniero” color oro, nella parte alta a destra.
Lo sguardo stanco, la superficie epidermica segnata dalle rughe e la lunga e folta barba bianca: tutti caratteri che testimoniano la vecchiaia dell’illustre personaggio. Inoltre in base all’abbigliamento e alle insigne del potere (Corno Ducale e manto purpureo) si può approssimare la data di realizzazione dell’opera attorno al 1577-1578, anni nei quali Sebastiano Veniero fu doge.

N.B. Il Corno Ducale è noto come il copricapo indossato dai Dogi di Venezia e portato al disopra di una cuffia candida, simile al camauro papale, dono annuale delle monache di San Zaccaria. Composto di una corona circolare e di un berretto appuntito nella parte posteriore, il corno ducale richiamava nella forma il berretto frigio indossato dai soldati bizantini e dal Dux veneziano nei tempi più antichi. Era portato, ma in forma più piccola rispetto a quello del Doge, anche a coronamento del velo dorato della Dogaressa, sua consorte.
Nel tempo i vari corni ducali si sono andati impreziosendo di inserti in damasco, perle e pietre preziose. Andato in disuso con la caduta della Repubblica, tuttora campeggia nello stemma della Città di Venezia sostituendo, per concessione presidenziale, la tradizionale corona muraria della città.

·        Notizie storico/critiche:
Il ritratto d’epoca raffigura l’ottantaseiesimo doge della Repubblica di Venezia, Sebastiano Venier o Veniero (Venezia, 1496 circa – Venezia, 3 marzo 1578), la cui carica fu affidata dall’11 giugno 1577 sino alla morte. Operò come avvocato sin da giovanissimo. Divenne in seguito amministratore di governo e governatore di Creta. Nel 1570 divenne Procuratore e nello stesso anno fu nominato "Capitano General da mar" della flotta di Venezia, impegnata nella nuova guerra contro i Turchi ottomani. L'anno successivo partecipò alla  battaglia di Lepanto che vide le forze della Lega Santa infliggere una definitiva sconfitta ai Turchi. Uccise numerosi turchi a colpi di balestra e quando fece ritorno a Venezia, pur all'età di 81 anni fu eletto Doge all'unanimità. Morì l’anno successivo (1578) per infarto a causa dell’incendio che aveva danneggiato il palazzo dei Dogi a Venezia.

        La tipologia di ritratto si riallaccia alla tradizione italiana della seconda metà del Cinquecento, praticata anche da alcuni grandi pittori, come Tiziano e Tintoretto. Nei ritratti del periodo venivano rappresentate non solo le sembianze fisiche dei personaggi, ma anche le peculiarità psicologiche dei protagonisti della vita politica, religiosa e culturale. Il dipinto presenta quindi caratteri comuni rintracciabili nella ritrattistica tipica del Rinascimento Veneziano: la testa è di profilo, il personaggio è ritratto a mezzo busto e posto a ¾ rispetto al piano del quadro, lo sfondo è scuro, la figura risulta solida, realistica e vi si legge l’intenzione psicologica. Tali caratteri si rifanno al ritratto d’origine fiamminga ideato da Jan Van Eyck, la cui opera giunse in copie a Venezia, già dalla fine del ‘400.

PROVENIENZA: antiquariato veneto
DESTINAZIONE D’USO ATTUALE: uso privato
PROPRIETA’: collezionista privato
  • Restauri:
- ridipinture (visibili con lampada UV);
- rintelaiatura (seconda metà XX sec.), visibile ai bordi del telaio, che rinforza la tela autentica con cornice originale coeva.

STATO DI CONSERVAZIONE: Buono
MOTIVAZIONE:
E’ importante riconoscere tale opera, come parte del patrimonio culturale, in quanto costituisce una notevole testimonianza di rilevanza storica. Il personaggio raffigurato fu infatti doge, ossia colui che ricopriva la suprema magistratura della Repubblica di Venezia - tale carica venne istituita sin dal 697 e durò fino alla caduta della Repubblica, il 12 maggio 1797 -.

PROPENSIONE DEL PROPRIETARIO:
1.      E’ a conoscenza della possibilità di tutelare il bene come bene culturale? Sì, ne sono a conoscenza.                                                                                 
2.      Trova che il bene meriti un simile riconoscimento? Sì, ne sarei entusiasta.
3.      Personalmente sarebbe favorevole? Sì.
4.      Sa che esistono norme di favore per i beni culturali (agevolazioni fiscali, possibilità di finanziamenti per lavori)? Sì, ne sono al corrente.
5.      Considerando possibili benefici e svantaggi per il proprietario conseguenti all’imposizione del vincolo, ritiene migliorativa la situazione proprietaria dopo il riconoscimento di bene culturale (anche sotto il profilo economico)? Sì.


With love , D. 

0 commenti:

Posta un commento