Antonio Canova & Amore e Psiche
Antonio
Canova
Antonio
Canova nacque il primo novembre del 1757 a Possagno, svolse il suo
apprendistato a Venezia dove scolpì le sue prime opere a carattere
classicheggiante rappresentanti Orfeo e Euridice, Dedalo e Icaro
e Apollo.
Nel 1779 si
recò a Roma dove frequentò le scuole di nudo dell'Accademia di Francia e del
Museo Capitolino.
Canova nei suoi disegni e nelle sue sculture incarna i principi neoclassici di Winckelmann. Tra i suoi disegni ricordiamo lo Studio dal gruppo di Castore e Polluce, il Nudo virile supino su un masso e Due nudi femminili.
Canova nei suoi disegni e nelle sue sculture incarna i principi neoclassici di Winckelmann. Tra i suoi disegni ricordiamo lo Studio dal gruppo di Castore e Polluce, il Nudo virile supino su un masso e Due nudi femminili.
La prima
opera scultorea realizzata a Roma fu il Teseo sul minotauro che gli
venne commissionato dall'ambasciatore della Repubblica Veneta Girolamo Zulian.
Teseo è
rappresentato seduto sul minotauro dopo la lotta, rappresentando così la
vittoria della ragione sull'irrazionale.
Nelle sue
sculture Canova ricerca la bellezza ideale cioè quella bellezza che nasce dall'idea
dell'artista sulla perfezione che non è possibile ritrovare in natura. Per
raggiungere la rappresentazione della bellezza ideale è necessario la
conoscenza e l'imitazione della scultura classica, nonchè una grande padronanza
della materia scultorea.
Per quest'ultimo
motivo le scultura realizzate dall'artista, sempre realizzate in marmo e
talvolta ricoperte da uno strato di cera rosa o ambra, per imitare il colore
dell'incarnato, sono sempre rifinitissime e levigate fino a raggiungere una
superficie liscia e traslucida.
Questo è
evidente nel gruppo scultoreo di Amore e Psiche che oggi si trova a
Parigi al museo del Louvre.
Il gruppo
rappresenta il momento in cui Amore rianima Psiche nell'attimo che precede il
bacio, opera raffinatissima e di eleganza sensuale.
Canova
ebbe il grande merito artistico, più di qualsiasi altro scultore, di far
rivivere, nelle sue opere, l'antica bellezza delle statue greche, ma
soprattutto la grazia, non più intesa come epidermica sensualità Rococò, ma
come una qualità, che solo attraverso il controllo della ragione può
trasformare gli aspetti leggiadri, e sottilmente sensuali, in un'idealità che
solo l'artista può rappresentare evitando le violente passioni e i gesti
esasperati.
Altre opere
dello stesso genere sono Ebe, Venere e Adone e le Tre Grazie,
dove all'eleganza sensuale si abbina un perfetto equilibrio della composizione
tipico della cultura neoclassica.
Eseguì anche alcuni monumenti funerari come il Monumento di Clemente XIII a San Pietro, il Monumento di Clemente XIV ai Santi Apostoli, La stele funebre del Volpedo nella quale rappresenta la personificazione di Amicizia che piange davanti al busto del defunto.
Eseguì anche alcuni monumenti funerari come il Monumento di Clemente XIII a San Pietro, il Monumento di Clemente XIV ai Santi Apostoli, La stele funebre del Volpedo nella quale rappresenta la personificazione di Amicizia che piange davanti al busto del defunto.
Nel 1798 gli
venne commissionato dal duca Alberto di Sassonia-Teschen il Monumento
funebre a Maria Cristina d'Austria. In quest'opera rappresenta il sepolcro
in forma piramidale, ispirato probabilmente dalla piramide Caio Cestio a Roma
che è un'edificio del I secolo a.C.
Davanti la piramide Canova rappresenta un corteo funebre che trasporta all'interno del sepolcro le ceneri della defunta il cui ritratto è rappresentato in un medaglione sopra la porta sorretto dalla Felicità Celeste.
Davanti la piramide Canova rappresenta un corteo funebre che trasporta all'interno del sepolcro le ceneri della defunta il cui ritratto è rappresentato in un medaglione sopra la porta sorretto dalla Felicità Celeste.
Canova venne
chiamato a Parigi nel 1802 da Napoleone che gli affidò l'incarico per un suo
Busto-ritratto di cui oggi ci restano alcuni calchi in gesso. Successivamente
si dedicò alla realizzazione del nudo di Napoleone in figura di Marte
pacificatore che però non piacque all'imperatore.
Realizzò inoltre il Ritratto di Paolina Borghese nelle vesti di Venere vincitrice, che tiene in mano il pomo della vittoria offerto da Perseo alla dea più bella. Paolina è rappresentata distesa su cuscini con il busto semieretto e nudo. Le parti scoperte sono ricoperte di cera rosata per conferirle un'aspetto umano. L'opera ha una freddezza tipicamente neoclassica dovuta allo schema compositivo precisissimo.
Realizzò inoltre il Ritratto di Paolina Borghese nelle vesti di Venere vincitrice, che tiene in mano il pomo della vittoria offerto da Perseo alla dea più bella. Paolina è rappresentata distesa su cuscini con il busto semieretto e nudo. Le parti scoperte sono ricoperte di cera rosata per conferirle un'aspetto umano. L'opera ha una freddezza tipicamente neoclassica dovuta allo schema compositivo precisissimo.
Con la fine
dell'epoca napoleonica Canova ritorna a Roma, le opere di questo periodo
evidenziano un cambiamento nello stile dell'artista che carica di una maggiore
rappresentazione emotiva le sue opere che in questo modo si avvicinano alle
nuove tendenze romantiche; sono di questo periodo la Maddalena, il Compiano
sul Cristo morto , il Monumento Stuart e Venere e Marte.
Antonio
Canova morì a Venezia nel 1822.
Amore e Psiche
L'opera rappresenta, con un erotismo sottile e
raffinato, il dio Amore mentre contempla con tenerezza il volto della fanciulla
amata, ricambiato da Psiche da una dolcezza di pari intensità.
L'opera rispetta i canoni dell'estetica winckelmanniana, infatti, le figure sono rappresentate
nell'atto subito precedente al bacio, un momento carico di tensione, ma privo
dello sconvolgimento emotivo che l'atto stesso del baciarsi provocherebbe nello
spettatore. Questo è il momento di equilibrio, dove si coglie quel momento di
amoroso incanto tra la tenerezza dello smarrirsi negli occhi dell'altro e la
carnalità dell'atto. Le due figure si intersecano tra di loro formando una X
morbida e sinuosa che dà luogo ad un'opera che vibra nello spazio.
La scultura è realizzata in marmo bianco, levigato e
finemente tornito, sperimentando con successo il senso della carne, che
Canova mirava a ottenere nelle proprie opere. La monocromia, in contrasto alla drammaticità e al pittoricismo barocco, è un canone del neoclassicismo che Canova riprende per menomare la carica
espressiva.
L'opera Amore e Psiche del 1788 è un capolavoro
nella ricerca d'equilibrio. In questo squisito arabesco, infatti, le due figure
sono disposte diagonalmente e divergenti fra loro. Questa disposizione
piramidale dei due corpi è bilanciata da una speculare forma triangolare
costituita dalle ali aperte di Amore. Le braccia di Psiche invece incorniciano
il punto focale, aprendosi a mo' di cerchio attorno ai volti. All'interno del
cerchio si sviluppa una forte tensione emotiva in cui il desiderio senza fine
di Eros è ormai vicino allo sprigionamento.
L'elegante fluire delle forme sottolinea la freschezza
dei due giovani amanti: è qui infatti rappresentata l'idea di Canova del bello,
ovvero sintesi di bello naturale e di bello ideale.
With love , D. ❤
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