domenica 12 maggio 2013

La vista e riassunto su tutti i sistemi


La vista
Gli occhi sono gli organi della vista e si trovano nelle cavità orbitali nelle quali si muovono grazie ai muscoli oculari. Sono a forma di sfera e sono costituiti da 3 membrane concentriche:sclera,coroide e retina. La sclera è una membrana di tessuto connettivo molto resistente, è la parte bianca dell’occhio. La parte anteriore della sclera è detta cornea, essa è rivestita da una sottile membrana detta congiuntiva. La coroide è ricca di vasi sanguigni e contiene un pigmento scuro che cattura i raggi solari, nella sua parte anteriore forma l’iride, un muscolo oculare che delimita la pupilla. La retina contiene i fotocettori, delle cellule nervose che catturano l’energia solare. Esistono 2 tipi di fotocettori i coni e i bastoncelli, i primi sono usati per la visione dei colori, i secondi in condizioni di poca luce. IL cristallino, una lente biconversa di natura epiteliale, situato dietro la pupilla, permette la visione nitida degli oggetti. Il cristallino è collegato al muscolo ciliare grazie al quale modifica la sua curvatura. Esistono 3 cavità all’interno dell’occhio: camera anteriore, posta tra la cornea e la parte anteriore dell’iride; camera posteriore posta tra la parte posteriore dell’iride e il cristallino e la terza cavità è situata tra la parte posteriore del cristallino e la retina. Le prime 2 sono ripiene dell’umor acqueo, un liquido che nutre il cristallino e la cornea, e l’ultima contiene l’umor vitreo.

Gli annessi oculari
L’occhio è collegato a 6 muscoli, detti muscoli oculari: I 4 muscoli retti permettono i movimenti verso l’alto, il basso, l’interno, l’esterno. I 2 muscoli obliqui facilitano i movimenti verso il basso interno e l’alto esterno. Gli occhi sono protetti dalle palpebre, dalle ciglia e dalle ghiandole lacrimali, le quali con le lacrime mantengono umida la cornea.

La struttura della retina
La retina è costituita da 3 tipi di cellule, le quali formano 3 strati. Nella parte posteriore troviamo i fotocettori(coni,bastoncelli), nei coni ci sono le fotopsine e nei bastoncelli abbiamo la rodopsina. Nell’uomo sono presenti 3 tipi di coni contenenti pigmenti diversi, attraverso i quali il cervello percepisce i colori. La 2° parte della retina contiene le cellule bipolari, le quali comunicano con le cellule gangliari(3°strato), i cui assoni formano il nervo ottico. La papilla ottica è il punto in cui si incontrano le fibre nervose x formare il nervo ottico, essa è un punto privo di fotocettori. La fovea è la parte dove vengono messe a fuoco le immagini, è formata da coni. Le cellule orizzontali e amacrine attuano una prima elaborazione delle informazioni, le quali vengono portate al talamo x essere selezionate ed inviate alla corteccia visiva.

Sistema endocrino(pag.333-336 no pag.335)
Le cellule del nostro organismo comunicano tra loro in diversi modi:comunicazione diretta e quella indiretta. La comunicazione diretta avviene tra 2 cellule a contatto tra loro e comporta il riconoscimento delle molecole presenti sulle loro membrane. Qst tipo di comunicazione è importante durante lo sviluppo embrionale e nei processi di difesa. La comunicazione indiretta avviene tra cellule distanti tra loro, le quali comunicano tramite impulsi elettrici o sostanze chimiche. I 2 meccanismi di comunicazione si integrano, poiché la trasmissione di 1 impulso nervoso da cellula a cellula avviene attraverso la liberazione dei neurotrasmettitori. La liberazione di alcuni ormoni è controllata dal sistema nervoso autonomo. Esiste un fenomeno definito neurosecrezione che consiste nella secrezione di ormoni da parte di cellule nervose. Per qst motivi il sistema endocrino e quello nervoso possono essere considerati un unico sistema: sistema neuroendocrino.

Ormoni
Essi sono sostanze secrete dalle ghiandole endocrine, trasportati dal sangue agiscono su cellule bersaglio. Le ghiandole endocrine hanno solitamente una struttura cordonale, costituite da cordoni di cellule epiteliali. La tiroide, invece, presenta una struttura follicolare poiché le sue cellule formano delle vescicole(follicoli) per accumulare l’ormone. Anche il lobo posteriore dell’ipofisi presenta un’eccezione in quanto l’ormone viene prodotto da una cellula nervosa. Gli ormoni si dividono in: ormoni peptidici(formati da catene di amminoacidi); amminoacidi modificati; ormoni steroidei e prostaglandine.

Meccanismi di feedback
La regolazione dell’attività ormonale è un buon esempio di feedback o retroazione. Si tratta in genere di feedback negativo poiché quando l’ormone raggiunge una certa concentrazione nel sangue agisce sulle cellule che lo producono inibendole. Nel sistema endocrino esiste una gerarchia di meccanismi: al vertice c’è l’ipotalamo che produce i fattori di rilascio(RF) per controllare l’attività dell’ipofisi. Qst produce ormoni tropici i quali colpiscono altre ghiandole endocrine. Un primo livello di feedback avviene tra l’ipotalamo e l’ipofisi, un secondo livello avviene tra l’ipofisi e le ghiandole endocrine. Si parla di feedback corto quando l’ipofisi agisce sull’ipotalamo, si parla di feedback lungo quando sull’ipotalamo agisce un ormone di una ghiandola endocrina che non è l’ipofisi. Un 3° livello di feedback avviene tra le ghiandole endocrine e i tessuti bersaglio, qui vi sono anche meccanismi di feedback positivo: l’ormone produce l’incremento della sua stessa secrezione
Il sistema nervoso periferico
Il sistema nervoso periferico è costituito dai nervi, cioè i fasci di assoni che dal sistema nervoso centrale portano gli impulsi agli organi e ai tessuti del corpo.
I nervi possono essere:
• CRANICI, che hanno origine nella sostanza grigia alla base dell’encefalo e passano da piccoli fori del cranio (alcuni esempi: olfattivo, ottico, vago)
• SPINALI, che hanno origine nella sostanza grigia del midollo spinale e fuoriescono dei fori intervertebrali. (detti MISTI perché sono sia SENSITIVI che MOTORI
I nervi prendono avvio da neuroni:
• MOTORI, che trasmettono gli impulsi dal sistema centrale verso gli organi bersaglio
• SENSITIVI, che catturano gli stimoli e inviano i dati al sistema centrale.
L’arco riflesso polisinaptico (cioè che coinvolge più sinapsi) è costituito da: neurone sensitivo, di associazione e motorio.
Alcuni neuroni di associazione equilibrano i movimenti del corpo, comunicando con l’altro lato.
Stabiliscono anche connessioni dirette con zone dell’encefalo.
In alcuni casi neuroni sensitivi e motori comunicano direttamente (esempio riflesso patellare nella gamba sollecitando il ginocchio con il martelletto).

Il sistema nervoso periferico si suddivide in:
• SOMATICO, che controlla i muscoli scheletrici volontari.
• AUTONOMO, controlla i muscoli involontari, gli organi e le ghiandole.
Il sistema nervoso AUTONOMO, a sua volta si suddivide in:
• SIMPATICO, definito sistema d’emergenza, che si attiva in situazioni di pericolo preparando il corpo alla fuga (esempio: Preda che deve fuggire, stimolo del cuore, i bronchi più dilatati, il fegato rilascia glucosio e inibisce la digestione).
• PARASIMPATICO, in modo opposto entra in azione per il recupero delle energie e stimola la digestione.
Il neurone è la cellula base del sistema nervoso, può essere di diverse forme e grandezze.
Quattro regioni:
• Dentriti, ricevono i segnali in entrata e da altri neuroni, molto ramificati.
• Corpo cellulare (pirenoforo), coordina il metabolismo cellulare e determina se è necessario inviare l’impulso elettrico dello stimolo.
• Assone, trasporta informazioni dal pirenoforo fino alle terminazioni nervose, può essere rivestito di cellule gliali dette di Schwann, che creano la guaina mielinica, di colore bianco e i tratti non rivestiti prendono il nome di nodi di Ranvier, permettendo il passaggio dell’impulso.
• Terminazioni nervose, si espandono in bulbi presinaptici e premettono la comunicazione tra i neuroni.
L’impulso elettrico per essere trasmesso deve creare un sufficiente differenzale di potenziale elettrico. All’interno l’assone ha gli ioni potassio, K+, positivi, all’esterno della membrana gli ioni sodio, Na+ sempre positivi e gli anioni organici (negativi) di grandi dimensioni che nn possono attraversare la membrana. All’arrivo dell’impulso si aprono i canali del sodio (rapidi) ed entrando invertono la polarità della membrana. Successivamente si aprono quelli del potassio (lenti) e questo fuoriuscendo ripristina le condizioni iniziali. Per riportare gli ioni al giusto posto ed essere pronti al passaggio di un successivo impulso una proteina di membrana svolge la funzione di pompa sodio-potassio. Il periodo in cui si ripristinano le condizioni iniziali è detto refrattario, perché non possono riaprirsi i canali del sodio.
Negli assoni rivestiti di guaina mielinica gli impulsi passano più velocemente.
I neuroni comunicano attraverso le sinapsi. La terminazione nervosa si espande con la terminazione presinaptica, successivamente troviamo lo spazio intersinaptico e la terminazione postsinaptica (che è il neurone che riceve le informazioni). Qui gli impulsi elettrici vengono trasformati in segnali chimici, che sono raccolti in vescicole sinaptiche e vengono rilasciate grazie ai neurotrasmettitori le informazioni sottoforma chimica nello spazio interpsinaptico, in seguito ricevute dal ricettore che si legherà al neurotrasmettitore.
IL SISTEMA MUSCOLARE

Il sistema muscolare permette all’organismo di compiere movimenti e quindi spostarsi. Il tessuto muscolare può essere liscio (non sottoposto al controllo della volontà) o striato (la cui contrazione è volontaria). I muscoli striati sono formati da una parte centrale, il VENTRE, e due estremità, i TENDINI, che li connettono alle ossa o al derma. Successivamente si suddividono in muscoli scheletrici e muscoli mimici o pellicciai. I muscoli mimici sono situati nella regione del capo e comprendono il frontale, l’orbicolare dell’occhio, l’orbicolare della bocca. I muscoli scheletrici nel corpo umano sono più di 350 e quasi sempre in numero pari (uno a destra e uno a sinistra).
Nella regione del capo vi sono i muscoli masticatori.
Nella regione del collo ricordiamo lo sternocleidomastoide, che ci permette di flettere la testa.
Nella regione del torace, troviamo il grande pettorale, il grande dentato, gli intercostali, elevatori delle costole, il diaframma.
Nella regione addominale ricordiamo l’obliquo esterno e il retto addominale.
Nella regione del dorso, il trapezio e il grande dorsale.
Nella regione della spalla e dell’arto superiore troviamo il deltoide, il tricipite, il bicipite.
Nella regione dell’anca e dell’arto inferiore infine troviamo il gluteo, il sartorio, il retto femorale, il vasto, il bicipite femorale e il semitendinoso e nel polpaccio infine il gastrocnemio.

In base al movimento che fanno fare alle ossa i muscoli sono cosi classificabili:
- MUSCOLI ESTENSORI: la loro funzione principale è l’estensione
- MUSCOLI FLESSORI: hanno la funzione di avvicinare tra loro 2 segmenti scheletrici determinando il piegamento dell’uno sull’altro
- MUSCOLI ABDUTTORI: allontanano una parte mobile del corpo da un piano o da un punto di riferimento
- MUSCOLI ADDUTTORI: avvicinano una parte mobile del corpo a un piano o alla linea mediana
- MUSCOLI COSTRITTORI: la loro contrazione restringe il diametro di un’apertura naturale
- MUSCOLI DILATATORI: la loro contrazione allarga il diametro di un’apertura naturale

I muscoli che esercitano la loro azione in senso opposto sono definiti antagonisti. I muscoli che concorrono al compimento della stessa azione si dicono sinergici.

Il muscolo scheletrico al suo interno è formato da una serie di fasci allungati tenuti insieme dal tessuto connettivo. Ogni fascio è costituito da migliaia di cellule allungate, le fibrocellule. Ognuna di esse è circondata dalla membrana cellulare, detta sarcolemma. Al loro interno sono presenti numerose miofibrille, disposte longitudinalmente e circondate dal reticolo sarcoplasmatico. Ciascuna miofibrilla è a sua volta formata da una fila consecutiva di sarcomeri, nei quali si distinguono filamenti spessi e filamenti sottili. Osservando una miofibrilla al microscopio si nota l’alternarsi di bande chiare (BANDE I) costituite da filamenti di actina e bande più scure (BANDE A) prevalentemente composte da filamenti di miosina. Nella BANDA I troviamo la LINEA Z che segue il confine fra due sarcomeri adiacenti e rappresenta il punto di collegamento dei filamenti di actina. Nella BANDA A troviamo una parte centrale più chiara, la ZONA H, costituita da filamenti di miosina, e due parti laterali, più scure nelle quali sono presenti entrambi i filamenti. Al centro della ZONA H troviamo infine la LINEA M, che ha il compito di mantenere saldi tra loro i filamenti di miosina.

La caratteristica fondamentale dei muscoli è la CONTRATTILITA’. I filamenti sottili sono costituiti da due catene di actina intrecciate tra loro, alle quali si aggiungono due proteine: la TROPOMIOSINA e la TROPONINA, che regolano la contrazione muscolare. I filamenti spessi contengono diverse molecole di miosina organizzate a formare dei veri e propri fasci. A questo punto l’estremità globulare di una molecola di miosina si lega con l’ATP; la testa globulare aggancia una molecola di actina e si forma il ponte trasversale; l’idrolisi dell’ATP fornisce energia per il movimento della testa che, agendo come un “remo” spinge in avanti il filamento sottile; la testa, dopo essersi legata con una seconda molecola di ATP, si stacca dall’actina diventando capace di formare un nuovo ponte e quindi ricominciare lo stesso procedimento; tale processo, infatti è ciclico.
I siti di legame dei filamenti sottili per la miosina sono normalmente bloccati dalla tropomiosina. L’arrivo di uno stimolo fa sì che il reticolo sarcoplasmatico liberi ioni di Ca++, questi si legano alla troponina, che cambia forma spostando la tropomiosina: i siti di legame per i ponti trasversali diventano cosi disponibili.

La contrazione di una fibrocellula è la conseguenza di uno stimolo proveniente da un neurone motorio. Quando un assone penetra in un muscolo si ramifica, dando origine a una serie di terminazioni. La zona della fibra muscolare in cui la terminazione nervosa si inserisce viene chiamata giunzione neuromuscolare o placca motrice. A questo punto la terminazione giunge a ogni singola fibrocellula muscolare, terminando con un bulbo presinaptico ripieno di vescicole contenenti acetilcolina. L’arrivo di un impulso provoca la liberazione nello spazio intersinaptico dell’acetilcolina, la quale si lega con recettori specifici presenti sul sarcolemma, innescando un nuovo impulso che si propaga lungo il reticolo sarcoplasmatico determinando la fuoriuscita degli ioni Ca++.


With love , D. 

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