domenica 12 maggio 2013

Nozioni base di FISICA (I a IV)


Nozioni base di FISICA

Grandezza fisica, unità di misura, incertezza di misura. Metodo scientifico.
Secondo la definizione del "Vocabolario Internazionale di Metrologia" , dove per metrologia si intende la scienza che si occupa della misurazione e delle sue applicazioni, una grandezza è la proprietà di un fenomeno, corpo o sostanza, che può essere espressa quantitativamente mediante un numero e un riferimento.
Nel SI (Sistema internazionale di unità di misura), adottato per legge in Italia dal 1976 ed obbligatorio negli atti pubblici, le grandezze si dividono in 7 grandezze base e numerose grandezze derivate dalle precedenti.
GRANDEZZA FISICA
SIMBOLO GRANDEZZA FISICA
NOME DELL’UNITà SI
SIMBOLO DELL’UNITà SI
Lunghezza
l
Metro
m
Massa
M
Chilogrammo
kg
Intervallo di tempo
t
Secondo
s
Intensità della corrente
l,i
Ampere
A
Temperatura assoluta
T
Kelvin
K
Quantità di sostanza
n
Mole
mol
Intensità luminosa
lv
Candela
cd





Le unità di misura sono uno standard per la misurazione di quantità fisiche. In fisica e in metrologia, è necessaria una definizione chiara e univoca di tali quantità, al fine di garantire l'utilità e la riproducibilità dei risultati sperimentali, che sono alla base del metodo scientifico.
Per esempio: se si misura la massa di una mela con una bilancia, se la bilancia legge 100 e l'unità di misura in base alla quale è stata calibrata la bilancia sono i grammi, sapremo che la nostra mela ha una massa di 100 grammi.
Allo scopo di facilitare le misurazioni è necessario definire dei sistemi di misure standard. Per misurare una stessa grandezza esistono nel mondo molteplici unità di misura, che variano in genere a seconda del luogo in cui ci si trova, o di un determinato contesto.  Riprendendo l'esempio della mela, la sua massa può essere misurata in grammi e nei suoi multipli e sottomultipli, oppure in libbre, ecc.
La misurazione (o misura) è l'assegnazione di un intervallo di valori ad una particolare proprietà fisica (chiamata anche misurando). L'attività svolta per assegnare una misura si definisce misurazione.
Per molte grandezze fisiche l'unità di misura è assolutamente necessaria se si vuole comunicarne il valore. Ma non tutte le grandezze fisiche richiedono una propria unità di misura. Tramite le leggi della fisica, l'unità di misura di una grandezza può essere espressa come combinazione di unità di altre grandezze. Le unità fondamentali del SI non costituiscono un insieme minimo. Ad esempio esistono sistemi nei quali il campo elettrico e il campo magnetico hanno la stessa unità di misura, grazie al fatto che le leggi della fisica mostrano che questi due campi sono manifestazioni differenti dello stesso fenomeno.
MA
Il valore “vero” di una grandezza è impossibile da conoscere, quindi la misurazione non è mai esatta alla prima misurazione. La misurazione è dunque incerta.
L'incertezza di misura è la stima legata ad un risultato di prova che caratterizza l’escursione dei valori entro cui si suppone che cada il valore vero. L’errore è definito come il valore ottenuto dalla misurazione di una grandezza meno il valore di riferimento di questa. L'errore è pertanto un valore singolo, ottenuto dalla differenza fra un singolo risultato di misura e il "valore vero" del misurando. In realtà, però, il valore vero di una grandezza è considerato unico e non conoscibile.
Pertanto, in ambito metrologico, una misura si definisce sempre con tre componenti: 1. valore numerico; 2. unità di misura della grandezza, o la scala della proprietà; 3. incertezza associata alla misura.
Le misurazioni possono essere effettuata attraverso:
1)Misurazione diretta: è il metodo nel quale il valore del misurando è ottenuto leggendo direttamente la grandezza di interesse, confrontandola con un'altra della stessa specie, scelta come campione e rappresentante l'unità di misura (o un multiplo di essa).
2)Misurazione  indiretta: Il metodo indiretto è il metodo nel quale la misura è ottenuta leggendo una o più grandezze legate funzionalmente al valore del misurando, ma non omogenee alla grandezza d’interesse.

Il METODO SCIENTIFICO è la modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile. Esso consiste, da una parte, nella raccolta di evidenze empiriche e misurabili attraverso l'osservazione e l'esperimento; dall'altra, nella formulazione di ipotesi e teorie più generali da sottoporre al vaglio dell'esperimento per testarne l'efficacia. Queste due ipotesi sono definite come:
1)Metodo Induttivo: descrive il percorso seguito per arrivare alla stesura di una legge scientifica a partire dall'osservazione di un fenomeno. Si articola nei seguenti passi, ripetuti ciclicamente: 
o   Osservazione;
o   Esperimento;
o   Correlazione fra le misure;
o   Definizione di un modello fisico;
o   Elaborazione di un modello matematico;
o   Formalizzazione della teoria.
2)Metodo deduttivo: si basa sull'idea che la teoria si costruisce all'inizio, non alla fine. Si articola nei seguenti passi:
o   formulare un'ipotesi;
o   esprimerla in modo da prevedere alcune conseguenze o eventi, deducibili dall'ipotesi iniziale;
o   osservare se si produce l'evento previsto;
o   se l'evento si produce, la teoria non è confermata, semplicemente non è stata smentita e possiamo accettarla solo provvisoriamente.


 Nozioni base di FISICA (II)
Interazioni fondamentali
In natura sono state individuate quattro forze fondamentali, o interazioni fondamentali (le interazioni sono descritte attraverso lo scambio di una o più particelle mediatrici di forza) che sono alla base degli scambi di energia tra le particelle e che sono responsabili della struttura dell'Universo:
-l'interazione gravitazionale (tra masse),
-l'interazione elettromagnetica (tra cariche elettriche),
-l'interazione nucleare forte(tra protoni, neutroni)
–l'interazione nucleare debole (responsabile dei decadimenti radioattivi).

Particelle elementari:
o   Elettrone: particella subatomica con carica elettrica negativa, possiede una massa a riposo equivalente a  9,109 382 6(16) · 10-31 kg. L'elettrone, insieme a protone e neutrone, è parte della struttura degli atomi e, sebbene contribuisca per meno dello 0,06% alla massa totale dell'atomo, è responsabile delle sue proprietà chimiche: la condivisione di elettroni tra due o più atomi è la sorgente del legame chimico covalente.
o   Protone: particella dotata di carica elettrica positiva che può esistere libera o legata in un nucleo atomico. La sua massa è poco più di 1800 volte quella dell'elettrone (circa 1836) e quasi uguale a quella del neutrone: il protone ha una massa a riposo di 1,6726231 × 10-27 kg (9,3828 × 102 MeV/c2).
o   Neutrone: particella subatomica con carica elettrica neutra e con massa a riposo di 939,57 MeV (leggermente superiore a quella del protone, pari a 938,27 MeV). La proprietà per eccellenza dei neutroni, che li differenzia dalle altre particelle nucleari, è l'assenza di carica elettrica.

Nozioni base di FISICA (III)

Campo elettrico e campo magnetico
In fisica un campo è un modello matematico che permette di associare ai punti di una certa regione di spazio una particolare proprietà. Lo spazio viene quindi perturbato dalle interazioni che avvengono tra  corpi (particelle) ed è descritto in funzione di alcune grandezze fisiche. Ci si può riferire a:
1.       Campo gravitazionale (descrive in ogni punto dello spazio il valore della forza di gravità (g) in quel punto)
2.       Campo elettrico (descrive in ogni punto dello spazio il valore della forza elettrica in quel punto)
3.       Campo magnetico (descrive in ogni punto dello spazio il valore della forza magnetica in quel punto)
4.       Campo elettromagnetico
5.       Campo di forze
I campi gravitazionale, elettrico e magnetico sono vettoriali, perché definiti a partire dalla misura di una forza.
àIl campo elettrico (E) è un campo di forze generato nello spazio dalla presenza di carica elettrica o di un campo magnetico variabile nel tempo. Il campo elettrico (E) si propaga alla velocità della luce ed esercita una forza su di ogni oggetto elettricamente carico. Viene misurato in Vol/metro.
La carica elettrica (q) produce il campo elettrico e sente la forza descritta dal campo elettrico (E). Sperimentalmente si verifica l'attrazione o la repulsione tra corpi dotati di carica elettrica (q), corrispondente a due stati di elettrizzazione della materia. La carica (q) si definisce positiva quando vi è una carenza di elettroni nell'oggetto, negativa in presenza di un eccesso. Corpi elettrizzati entrambi positivamente o entrambi negativamente si respingono, mentre corpi elettrizzati in modo opposto si attraggono. Per misurare l'elettrizzazione di un corpo si usa uno strumento chiamato elettroscopio a foglie.
àIl campo magnetico (B) è generato dalle correnti elettriche, ovvero dalle cariche in movimento e viene misurato in Tesla. Il campo magnetico (B) si propaga nello spazio (onde). Siamo in presenza di un campo magnetico solo se la carica è in moto, e quindi se il sistema è generato manualmente dall’uomo, perché le cariche in natura non sono mai in movimento, ma ferme.
Il campo magnetico (B) è generato nello spazio dal moto di una carica elettrica o da un campo elettrico variabile nel tempo, che insieme al campo elettrico costituisce il campo elettromagnetico.
àIl campo elettromagnetico è dato dalla combinazione del campo elettrico e del campo magnetico: il campo elettrico è un campo di forze conservativo generato nello spazio dalla presenza di cariche elettriche stazionarie, mentre il campo magnetico è un campo vettoriale non conservativo generato da cariche in moto. L'interazione tra i due campi è descritta dalle equazioni di Maxwell, che definiscono formalmente il campo elettromagnetico.
Il campo magnetico si propaga nello spazio sotto forma di onde elettromagnetiche.
Nozioni base di FISICA(IV)
Energia
Nella fisica classica l'energia è definita come la capacità di un corpo o di un sistema di compiere lavoro e la misura di questo lavoro è a sua volta la misura dell'energia. Il concetto di energia è un concetto astratto e matematico, non è la descrizione di un fenomeno.
L'unità di misura derivata del Sistema Internazionale per l'energia e il lavoro è il joule (J). 1 joule esprime la quantità di energia usata (ossia il lavoro (L) effettuato) per esercitare la forza di un newton per la distanza di un metro, quindi 1J=1N/m.
Poiché una forma di energia si può trasformare in un’altra, essa non si distrugge mai e non si crea (cit.). L’energia totale utilizzata per compiere un lavoro (L) è la somma di tutte le energie impiegate.
La misurazione dell'energia permette di prevedere quanto lavoro (L) un sistema è in grado di compiere. Svolgere un lavoro richiede energia, quindi la quantità di energia presente in un sistema limita la quantità massima di lavoro che il sistema può svolgere.
L=FxS
(dove L è il lavoro, F è la forza e S è lo spostamento)
Si noti, comunque, che non tutta l'energia di un sistema è immagazzinata in forma utilizzabile, in quanto una parte è dispersa sotto forma di calore.
L'Energia esiste in varie forme, ognuna delle quali possiede una propria equazione dell'energia. Le principali forme di energia sono:
-Energia meccanica (definita classicamente come somma di energia potenziale e energia cinetica);
-Energia chimica;
-Energia biologica;
-Energia elettrica;
-Energia elettromagnetica;
-Energia luminosa o radiante;
-Energia termica;
-Energia nucleare…
Tali forme di energia possono essere trasformate l'una nell'altra, ma ogni volta che avviene tale trasformazione una parte di energia (più o meno consistente) viene inevitabilmente trasformata in energia termica (cioè si produce calore).
L’energia meccanica è l’insieme della capacità del sistema di sviluppare una forza (energia potenziale) e del moto del sistema (energia cinetica). L’energia meccanica si conserva. Durante il movimento, l’energia potenziale si trasforma in energia cinetica, e viceversa.


Nozioni base di FISICA(IV)
Energia
Nella fisica classica l'energia è definita come la capacità di un corpo o di un sistema di compiere lavoro e la misura di questo lavoro è a sua volta la misura dell'energia. Il concetto di energia è un concetto astratto e matematico, non è la descrizione di un fenomeno.
L'unità di misura derivata del Sistema Internazionale per l'energia e il lavoro è il joule (J). 1 joule esprime la quantità di energia usata (ossia il lavoro (L) effettuato) per esercitare la forza di un newton per la distanza di un metro, quindi 1J=1N/m.
Poiché una forma di energia si può trasformare in un’altra, essa non si distrugge mai e non si crea (cit.). L’energia totale utilizzata per compiere un lavoro (L) è la somma di tutte le energie impiegate.
La misurazione dell'energia permette di prevedere quanto lavoro (L) un sistema è in grado di compiere. Svolgere un lavoro richiede energia, quindi la quantità di energia presente in un sistema limita la quantità massima di lavoro che il sistema può svolgere.
L=FxS
(dove L è il lavoro, F è la forza e S è lo spostamento)
Si noti, comunque, che non tutta l'energia di un sistema è immagazzinata in forma utilizzabile, in quanto una parte è dispersa sotto forma di calore.
L'Energia esiste in varie forme, ognuna delle quali possiede una propria equazione dell'energia. Le principali forme di energia sono:
-Energia meccanica (definita classicamente come somma di energia potenziale e energia cinetica);
-Energia chimica;
-Energia biologica;
-Energia elettrica;
-Energia elettromagnetica;
-Energia luminosa o radiante;
-Energia termica;
-Energia nucleare…
Tali forme di energia possono essere trasformate l'una nell'altra, ma ogni volta che avviene tale trasformazione una parte di energia (più o meno consistente) viene inevitabilmente trasformata in energia termica (cioè si produce calore).
L’energia meccanica è l’insieme della capacità del sistema di sviluppare una forza (energia potenziale) e del moto del sistema (energia cinetica). L’energia meccanica si conserva. Durante il movimento, l’energia potenziale si trasforma in energia cinetica, e viceversa.



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