lunedì 23 dicembre 2013
La comunicazione “One-to-one” = è la comunicazione
interpersonale da persona a persona, contiene un alto grado di reachness
Reachness= è la ricchezza di un messaggio in quantità di
informazioni contenute.
(+ partecipanti = - Reachness)
Reach= E’ l’audience ,
ovvero l’ampiezza del pubblico
La comunicazione sociale = l’insieme dei processi mediante i quali
un soggetto comunica contemporaneamente con un numero elevato di persone.
La comunicazione di massa è una comunicazione sociale rivolta ad un
pubblico ampio ed eterogeneo , resa possibile dai mass media ( media= doppio
significato: strumento/ intermediario)
Media = si considerano media tutti quei mezzi o tecniche che ci
permettono di comunicare a grandi masse di persone , superando barriere
spaziali e temporali
I media hanno un alta reach ma
una bassa reachness .
Il word wide web nasce a Ginevra
agli inizi degli anni ‘90
L’organizzazione ipertestuale si basava non solo testi che
comprendevano parole ma anche suoni, video, immagini; denominati Ipertesti.
Il word wide web diventa interattivo , basato sulla User
experience ; permette l’aggiunta e la modifica di contenuti, intervenire in
tempo reale da parte dell’utente. Questa nuova generazione di web viene detta New Web o Web 2.0
Avviene un cambiamento radicale nella comunicazione.
Il web consente una comunicazione ricca, perché personale ed
interattiva (Alta reachness), ad una
grande platea (Alta rich)
Il web fa coesistere diversi
modelli di interazione oltre alle forme tradizionali di one-to-one e one-to-many;
inserendo forme più innovatine del tipo many-to-many.
Many-to-many= una relazione intrecciata tra più persone, dove non
esiste più la differenza tra emittente e destinatario.
Il blog= è un sito web che può
essere creato da chiunque e rende possibile la condivisione di informazioni e storie
di ogni genere, notizie, ecc. Un luogo dove si può stare virtualmente insieme
ed esprimere la propria opinione creando
comunità virtuali online.
Dopo la seconda guerra mondiale
l’interesse e l’attenzione erano rivolti principalmente ai messaggi trasmessi
dai media, e al modo in cui potevano influenzare la società .
“Il medium è il messaggio” questa
celebre frase di Mcluhan afferma che l’importante non è il contenute del
messaggio, ma il mezzo con cui lo si trasmette.
Ogni medium ha caratteristiche
strutturali di comunicazione specifiche, sono esse che condizionano la Forma Mentis; ovvero il modo di reagire
della società.
Essi non sono mezzi o tecniche
del tutto neutri ma agiscono sulla cultura e sull'ordine sociale.
I media “Caldi” ( Radio e stampa)
secondo Mcluhan mobilitano solo un senso
e non coinvolgono a pieno lo spettatore, mentre i media “Freddi”
(televisione)coinvolgono più i sensi quindi lo spettatore si immerge nella
comunicazione.
Si sviluppano due visioni opposte
dei media:
Gli integrati = Coloro che
ritenevano che i contenuti non fossero condizionati dal mezzo che li diffonde
Gli apocalittici = Secondo i
quali i media avevano una portata distruttiva
C’è un legame che intercorre fra
il tipo di società e il tipo di media .
Il web ha trasformato il mondo di
oggi in un villaggio globale , dove si conosce in tempo reale cosa accade
dall'altra parte dell’emisfero, modificando le relazioni tra le persone, il
mondo economico, la cultura.
With love , D. ❤
domenica 1 dicembre 2013
Dante nasce nel 1285 a Firenze dove vi rimane per quasi tutta la sua vita e muore nel 1321 a Ravenna.
Dante è il massimo poeta italiano del Medioevo, vive in un epoca dove erano presenti dei conflitti tra Papato e Impero, per la supremazia dell’Italia e della Germania; inoltre l’Italia era rimasta divisa in comuni, all’interno dei quali vi erano dei conflitti che avevano portato la Borghesia (nuova classe sociale) al potere schierata con le famiglie più ricche.
Dante proviene da una famiglia agiata, anche se non ricca, era una persona attiva politicamente, infatti si occupava della Vita Politica di Firenze e fu per questo motivo che venne esiliato.
Le lotte tra Papato e Impero avevano portato alla formazione di due frazioni: i GUELFI, alleati del Papa, e i GHIBELLINI, alleati con l’imperatore. I Guelfi a sua volta erano divisi in Guelfi Bianchi e Guelfi Neri; i quali all’interno del Comune in cui viveva Dante ebbero degli scontri tra di loro, dove rimase coinvolto anche lo stesso Dante. I Bianchi, pur appoggiando il Papa, non erano d’accordo con le idee del Papa Bonifacio VIII, il quale voleva sottomettere a se Firenze. Dante Faceva parte dei Guelfi Bianchi e sosteneva che tra la chiesa e lo stato doveva esserci una distinzione di poteri, e fu proprio questo uno dei motivi che lo portarono in esilio.
In questo periodo si era diffuso lo STILNOVISMO, un movimento letterario di cui Dante era il maggiore esponente e coloro che seguivano questa corrente badavano a scrivere in bello stile.
In genere Dante scrive Poesie Liriche o Poemi. Nelle sue opere tratta l’Amore (per Beatrice), la Politica e la religione. I suoi capolavori principali sono:
Vita nova
Quest'opera, composta da 42 capitoletti, è stata scritta come una sorta di diario e racconta i sentimenti che Dante prova per Beatrice, compresi i loro rari, ma fondamentali, incontri . Il primo avvenne quando Dante aveva solo 9 anni, e lui non riesce a fare altro che contemplarla. La rivede 9 anni dopo (a 18 anni) e finalmente la saluta. Vorrebbe dichiararsi, ma non ci riesce, e alla fine corteggia un'altra donna. Beatrice, una volta venuta a conoscenza di questo, non lo saluterà più. Per riparare a questo suo danno, in una poesia la loda eguagliandola alla Madonna.
Troviamo i temi del “dolce stil novo”: donna angelicata, donna che funge da tramite fra uomo e Dio.
Il Convivio
Il Convivio, commento in prosa di una serie di canzoni, è rimasto incompiuto .Dovevano essere 15 trattati e 14 canzoni. Il primo trattato sarebbe stato introduttivo. Molte canzoni non furono mai composte. Scrisse quattro trattati commentando tre canzoni. Fu steso tra il 1303-04, forse l’ultimo trattato è posteriore, del 1306-08. Dante non si curò mai di ritoccare l’opera perché non era prevista la pubblicazione. Attorno al 1330 ci fu una prima edizione ricca di errori. La prima edizione a stampa è di Firenze del 1440
Il Convivio è un opera di argomento filosofico, dove Dante scrive per scagionarsi dalle accuse dei giudici fiorentini. È un opera scritta in latino.
De vulgari eloquentia
Quasi contemporaneamente al Convivio, Dante, scrisse il De Volgari Eloquentia, un’opera scritta in latino, con la quale vuole convincere, i grandi intellettuali del suo tempo, della necessità di una lingua comune.
Doveva comprendere quattro libri ma fu interrotta al 14° capitolo del secondo libro. Dante ammette l'origine divina del linguaggio e afferma che mentre il volgare è una lingua viva, parlata e perciò naturale, il latino è una lingua fissata in regole dai dotti e perciò convenzionale. Quindi passa a trattare degl'idiomi d'Europa e particolarmente d'Italia. quindi si dà alla ricerca per tutta l'Italia di un "volgare illustre" e dice che lo sente in ogni dialetto ma non lo trova perfettamente in nessuno di essi.
La monarchia
E' un trattato di filosofia politica scritto in tre libri, in lingua latina, tra il 1319 e il 1313, in occasione della venuta in Italia dell'imperatore : Enrico VII durante le lotte per le investiture. Dante ha grande fiducia in lui e spera che egli possa sedare le liti tra papato e impero. Qui espone la teoria dei due soli: ognuno deve illuminare le aree di rispettiva pertinenza, potere politico e spirituale non devono mai scontrarsi. Questo trattato fu scritto che Dante era già in esilio e lui sperava che Enrico VII potesse risolvere le cose tale da poter fare tornare a Firenze i guelfi bianchi (di cui faceva parte Dante)
Le epistole
scritte tra 1304 al 1317 in esilio. Queste lettere scritte in latino vengono inviate sia ad illustre personalità della politica fiorentina sia ai suoi amici, ma anche ai fiorentini in genere, dunque è un artifizio letterario per poter scrivere un trattato sia su argomenti politici che su argomenti letterari e sociali.
Le rime
(1283 – 1305) sono una raccolta di poesie che comprendono 20 anni della vita di Dante. Si evidenzia proprio il cambiamento dello stile del poeta. La lingua di Dante è importantissima: essa non è monocorde, o uno stile unico (Petrarca), perché Dante utilizza stili e linguaggi diversi. Passa dal linguaggio comico a quello più alto e complesso. Dante è POLI LINGUISTA: leggendo le “rime” noteremo questa evoluzione. All'interno di questa raccolta troviamo le “rime petrose” dedicate ad una donna chiamata Pietra (pseudonimo): una donna dal cuore duro e insensibile. L’ultima sezione riguardano le poesie che scrisse in esilio (come Cavalcanti)
With love , D. ❤
domenica 24 novembre 2013
L’autore.
Personaggio sfuggente, restituitoci alla memoria dalle pagine di Boccaccio come autentico burlone, Buonamico Buffalmacco fu un pittore fiorentino attivo nella prima metà del Trecento. Sulla sua esistenza ci sono parecchi dubbi. Dell’esistenza di Buffalmacco infatti si iniziò a dubitare poiché le uniche notizie che parlano di sue opere vengono dalle attribuzioni nei Commentari del Ghiberti(scrivendo un secolo più tardi, il Ghiberti non si può considerare una vera e propria fonte, le notizie tramandateci da Boccaccio e dalle novelle del Sacchetti, non ci danno notizie precise sulla sua attività, piuttosto ci restituiscono, come si è detto, la figura di una sorta di eroe della burla). In realtà il ritrovamento di documenti d’archivio, tra cui quello del 1320, che testimonia la sua iscrizione all’Arte dei Medici e gli Speziali di Firenze, non hanno fatto che dimostrare la fondatezza delle informazioni tramandateci nei Commentari.
L’opera.
L'affresco di Buonamico Buffalmacco raffigurante il Trionfo della Morte è il primo di una serie di tre grandi scene per il Camposanto e fu eseguito nel 1336-41, su commessa dei frati domenicani. Staccato dalla parete e riportato su tela (misura: metri 5,6 x 15,0), l'opera è oggi conservata presso lo stesso Campo Santo nel cosiddetto "salone degli affreschi", appositamente attrezzato per la conservazione al chiuso dell'importante ciclo pittorico.
Questa scena è la più emblematica del ciclo del Campo Santo, con un'interpretazione dello spazio libera e disorganica, contrapposta alla prevalente scuola giottesca contemporanea, con caratteristiche narrative che non hanno confronti immediati nel quadro della pittura della prima meta del Trecento. Lo stato di conservazione è piuttosto rovinato, ma viste le drammatiche vicende che queste pitture hanno subito (già con vistosi problemi, furono incendiate durante la seconda guerra mondiale per poi venire restaurate in tutta fretta usando tecniche e materiali che solo in seguito si sono rivelati inadatti) è quanto meno un miracolo che possiamo ammirarle tutt'oggi. Il problema principale è legato al colore che ha perso di incisività per via di una diffusa polverizzazione durante i secoli, anche a causa della collocazione al coperto, ma a contatto continuo con l'aria esterna, tanto da rendere di difficile lettura i dettagli, che appaiono spesso "spalmati" con lo sfondo. Le zone meglio conservate restano quella più alta, in particolare la battaglia tra angeli e demoni, e le due scene cortesi ai lati.
Il tema del Trionfo della Morte, legato alla credenza della fine del mondo, assume tra le mura di un cimitero, un valore fortemente suggestivo. La scena è frammentata in più scene dominate da diversi sentimenti: l'orrido, il grottesco, il comico, il senso di serenità. Le dame ed i cavalieri che si vedono nell’affresco stanno andando a caccia in allegra brigata (si notino i cani e il falconiere), con le vesti eleganti ed i modi cortesi del tempo; ma, guardando l'intera parete affrescata, ci si accorge che essi non hanno tempo per bearsi delle delizie proprie della vita cortese: la tragedia della morte che trionfa sul mondo terreno sta ormai incombendo su di loro.
A sinistra si dispiega un’altra scena parecchio diffusa nella cultura figurativa medievale, si tratta dell’incontro tra i tre vivi e tra i tre morti.
Quest’episodio, testimoniato per la prima volta in un poemetto francese della fine del Duecento, inizia a diffondersi anche nella miniatura e riscuote un successo notevole nella cultura figurativa occidentale. Il racconto narra di tre cavalieri che, durante una battuta di caccia, si imbattono in tre uomini morti, i quali, apparsi per volere di Dio, ammoniscono i cavalieri sulla condotta da tenere pronunciandosi nel motto “Vous serez ce que nous sommes“, ossia “voi sarete quello che noi siamo”.
Tre cavalieri, ignari dell'avvertimento del monaco Macario, che domina la parte soprastante da un promontorio roccioso degradante, vivono la loro esistenza senza problemi, ma si trovano davanti tre cadaveri imputriditi nelle loro bare (ciascuno in uno stadio diverso della morte, dal cadavere "fresco", a quello in putrefazione, a quello ormai scheletro; avvolti da serpenti emanano cattivo odore come suggerisce il cavaliere che si tappa il naso) .
Poi, guardando più a destra nel dipinto, si vede che il "Giorno dell'Ira" è ormai iniziato e con esso la battaglia tra angeli soccorrevoli e implacabili demoni, determinati a strappare le anime dai corpi dei defunti. Le anime sono rappresentate in forma di infanti che escono dalla bocca delle persone, secondo un'iconografia tradizionale. In alto si consuma la vera e propria battaglia tra Angeli e Diavoli, che si contendono le anime dei defunti. Il precario stato dell'affresco lascia solo intravedere, in basso, nella zona centrale, la Morte in orribili sembianze di Genio volante munito di falce ed ali di pipistrello che campeggia la scena. Sotto la Morte sta un ammasso di persone ormai falciate: fra esse si scorgono, gli uni sopra gli altri, pontefici, imperatori, regine, principi, poveri, servi e villani, a simboleggiare l'umanità tutta coinvolta in eguale destino di morte. Verso quel mucchio si dirigono diavoli mostruosi, bramosi di stapparne le anime. È dunque un formidabile "Memento mori" quello che viene dall'opera di Buffalmacco.
In alto sulla sinistra, arrampicati su balze rupestri, stanno quattro monaci intorno ad una chiesetta; si tratta di eremiti che paiono indifferenti al destino di morte. Sono intenti alle opere della vita attiva e contemplativa: chi munge una capra, chi prega o legge seduto, chi guarda in basso la scena. Attorno alla chiesetta, a sottolineare la calma della vita eremitica, si vedono animali selvatici, quali il fagiano o la lepre, prede che la caccia della nobile brigata non riuscirà ormai più a raggiungere.
Il Monaco Macario, nella parte inferiore dell'affresco, sulla sinistra dello spettatore, si trova all'imboccatura della via del promontorio e cerca di mettere in guardia i giovani.
Anche nell'ultima parte dell'affresco, quella in basso a destra, incontriamo una scena che potrebbe apparire di "amor cortese", tipica del gotico internazionale, con dieci giovani, uomini e donne, seduti in un giardino, su di un prato smaltato di fiori, all'ombra di profumati aranceti, fra suoni e canti, che si godono la vita spensierati. Ma proprio verso di loro la Morte sta ora volgendo la sua falce, per rammentare il destino che comunque li attende.
Personaggio sfuggente, restituitoci alla memoria dalle pagine di Boccaccio come autentico burlone, Buonamico Buffalmacco fu un pittore fiorentino attivo nella prima metà del Trecento. Sulla sua esistenza ci sono parecchi dubbi. Dell’esistenza di Buffalmacco infatti si iniziò a dubitare poiché le uniche notizie che parlano di sue opere vengono dalle attribuzioni nei Commentari del Ghiberti(scrivendo un secolo più tardi, il Ghiberti non si può considerare una vera e propria fonte, le notizie tramandateci da Boccaccio e dalle novelle del Sacchetti, non ci danno notizie precise sulla sua attività, piuttosto ci restituiscono, come si è detto, la figura di una sorta di eroe della burla). In realtà il ritrovamento di documenti d’archivio, tra cui quello del 1320, che testimonia la sua iscrizione all’Arte dei Medici e gli Speziali di Firenze, non hanno fatto che dimostrare la fondatezza delle informazioni tramandateci nei Commentari.
L’opera.
L'affresco di Buonamico Buffalmacco raffigurante il Trionfo della Morte è il primo di una serie di tre grandi scene per il Camposanto e fu eseguito nel 1336-41, su commessa dei frati domenicani. Staccato dalla parete e riportato su tela (misura: metri 5,6 x 15,0), l'opera è oggi conservata presso lo stesso Campo Santo nel cosiddetto "salone degli affreschi", appositamente attrezzato per la conservazione al chiuso dell'importante ciclo pittorico.
Questa scena è la più emblematica del ciclo del Campo Santo, con un'interpretazione dello spazio libera e disorganica, contrapposta alla prevalente scuola giottesca contemporanea, con caratteristiche narrative che non hanno confronti immediati nel quadro della pittura della prima meta del Trecento. Lo stato di conservazione è piuttosto rovinato, ma viste le drammatiche vicende che queste pitture hanno subito (già con vistosi problemi, furono incendiate durante la seconda guerra mondiale per poi venire restaurate in tutta fretta usando tecniche e materiali che solo in seguito si sono rivelati inadatti) è quanto meno un miracolo che possiamo ammirarle tutt'oggi. Il problema principale è legato al colore che ha perso di incisività per via di una diffusa polverizzazione durante i secoli, anche a causa della collocazione al coperto, ma a contatto continuo con l'aria esterna, tanto da rendere di difficile lettura i dettagli, che appaiono spesso "spalmati" con lo sfondo. Le zone meglio conservate restano quella più alta, in particolare la battaglia tra angeli e demoni, e le due scene cortesi ai lati.
Il tema del Trionfo della Morte, legato alla credenza della fine del mondo, assume tra le mura di un cimitero, un valore fortemente suggestivo. La scena è frammentata in più scene dominate da diversi sentimenti: l'orrido, il grottesco, il comico, il senso di serenità. Le dame ed i cavalieri che si vedono nell’affresco stanno andando a caccia in allegra brigata (si notino i cani e il falconiere), con le vesti eleganti ed i modi cortesi del tempo; ma, guardando l'intera parete affrescata, ci si accorge che essi non hanno tempo per bearsi delle delizie proprie della vita cortese: la tragedia della morte che trionfa sul mondo terreno sta ormai incombendo su di loro.
A sinistra si dispiega un’altra scena parecchio diffusa nella cultura figurativa medievale, si tratta dell’incontro tra i tre vivi e tra i tre morti.
Quest’episodio, testimoniato per la prima volta in un poemetto francese della fine del Duecento, inizia a diffondersi anche nella miniatura e riscuote un successo notevole nella cultura figurativa occidentale. Il racconto narra di tre cavalieri che, durante una battuta di caccia, si imbattono in tre uomini morti, i quali, apparsi per volere di Dio, ammoniscono i cavalieri sulla condotta da tenere pronunciandosi nel motto “Vous serez ce que nous sommes“, ossia “voi sarete quello che noi siamo”.
Tre cavalieri, ignari dell'avvertimento del monaco Macario, che domina la parte soprastante da un promontorio roccioso degradante, vivono la loro esistenza senza problemi, ma si trovano davanti tre cadaveri imputriditi nelle loro bare (ciascuno in uno stadio diverso della morte, dal cadavere "fresco", a quello in putrefazione, a quello ormai scheletro; avvolti da serpenti emanano cattivo odore come suggerisce il cavaliere che si tappa il naso) .
Poi, guardando più a destra nel dipinto, si vede che il "Giorno dell'Ira" è ormai iniziato e con esso la battaglia tra angeli soccorrevoli e implacabili demoni, determinati a strappare le anime dai corpi dei defunti. Le anime sono rappresentate in forma di infanti che escono dalla bocca delle persone, secondo un'iconografia tradizionale. In alto si consuma la vera e propria battaglia tra Angeli e Diavoli, che si contendono le anime dei defunti. Il precario stato dell'affresco lascia solo intravedere, in basso, nella zona centrale, la Morte in orribili sembianze di Genio volante munito di falce ed ali di pipistrello che campeggia la scena. Sotto la Morte sta un ammasso di persone ormai falciate: fra esse si scorgono, gli uni sopra gli altri, pontefici, imperatori, regine, principi, poveri, servi e villani, a simboleggiare l'umanità tutta coinvolta in eguale destino di morte. Verso quel mucchio si dirigono diavoli mostruosi, bramosi di stapparne le anime. È dunque un formidabile "Memento mori" quello che viene dall'opera di Buffalmacco.
In alto sulla sinistra, arrampicati su balze rupestri, stanno quattro monaci intorno ad una chiesetta; si tratta di eremiti che paiono indifferenti al destino di morte. Sono intenti alle opere della vita attiva e contemplativa: chi munge una capra, chi prega o legge seduto, chi guarda in basso la scena. Attorno alla chiesetta, a sottolineare la calma della vita eremitica, si vedono animali selvatici, quali il fagiano o la lepre, prede che la caccia della nobile brigata non riuscirà ormai più a raggiungere.
Il Monaco Macario, nella parte inferiore dell'affresco, sulla sinistra dello spettatore, si trova all'imboccatura della via del promontorio e cerca di mettere in guardia i giovani.
Anche nell'ultima parte dell'affresco, quella in basso a destra, incontriamo una scena che potrebbe apparire di "amor cortese", tipica del gotico internazionale, con dieci giovani, uomini e donne, seduti in un giardino, su di un prato smaltato di fiori, all'ombra di profumati aranceti, fra suoni e canti, che si godono la vita spensierati. Ma proprio verso di loro la Morte sta ora volgendo la sua falce, per rammentare il destino che comunque li attende.
With love , D. ❤
sabato 23 novembre 2013
L'Inquisizione è l'istituzione
ecclesiastica fondata dalla Chiesa cattolica per indagare e punire, mediante un
apposito tribunale, i sostenitori di teorie considerate contrarie
all'ortodossia cattolica. Le prime misure inquisitoriali erano state approvate
nel 1179 .Si legittimava la scomunica e l'avvio di crociate contro gli eretici.
Il termine "inquisizione", tuttavia, si trova documentato per la
prima volta negli atti del Concilio di Tolosa tenutosi in Francia nel 1229.
Per rispondere al dilagare di
fenomeni ereticali e all'emorragia di fedeli la Chiesa cattolica reagì in due
modi:
• appoggiandosi
ai movimenti che non si staccavano da Roma e cioè domenicani e francescani;
• istituendo uno
speciale tribunale ecclesiastico che avesse il compito di individuare gli
eretici: l'Inquisizione.
Storicamente, l'Inquisizione si
può considerare stabilita già nel Concilio presieduto a Verona nel 1184 da papa
Lucio III e dall'imperatore Federico Barbarossa, con la costituzione della
Bolla di Riuscigli (Esso stabilì il principio - sconosciuto al diritto romano -
secondo il quale, anche in assenza di testimoni, si poteva essere accusati di
eresia e dunque subire un processo) con
l'occorrenza di reprimere il movimento cataro (albigesi), diffuso nella Francia
nell'Italia , e di controllare i diversi e attivi movimenti spirituali .
Nel 1252, con la bolla Ad
extirpanda, Innocenzo IV autorizzò l'uso della tortura e Giovanni XXII estese i
poteri dell'Inquisizione nella lotta contro la stregoneria.
Gli inquisitori procedevano:
• contro gli eretici;
• contro quelli che impediscono
agli inquisitori di esercitar liberamente il loro uffizio;
• contro i pagani che venuti alla
fede e battezzati, ritornano a professare il paganesimo;
• contro gli astrologi;
• contro divinatori e maghi;
• contro quelli che impediscono
ai fedeli di professare la vera fede;
• contro chi predichi dottrine
scandalose e contrarie alla vera religione;
• contro chi usa litanie nuove
non approvate.
Il processo accusatorio, previsto dal diritto romano, consisteva
nel pubblico confronto orale fra accusatore e accusato, al quale assisteva il
giudice: Se l’accusatore non dimostrava le proprie accuse, era condannato dal
giudice alla pena che avrebbe dovuto subire l'accusato in caso di colpevolezza.
Il tribunale dell'Inquisizione
adottò invece la procedura del processo inquisitorio nel quale il giudice è
anche accusatore, egli è tenuto a raccogliere le prove della colpevolezza
dell'imputato, conducendo indagini segrete e dirigendo il processo al quale il
pubblico non può assistere né è ammessa la presenza di un avvocato difensore.
Per giungere alla condanna è sufficiente la testimonianza concorde di almeno
due testimoni o la confessione dell'imputato.
Allo scopo di sciogliere le
eventuali contraddizioni presenti nelle sue deposizioni, l'imputato è
sottoposto a tortura, essa può essere svolta
più volte nel corso del processo.
Se ritiene che l'accusa di eresia
sia stata provata, il tribunale chiede all'imputato di abiurare, cioè di
rinnegare le proprie convinzioni. Abiurando, se ritenuto sincero, l'imputato
evita la condanna a morte e viene condannato a pene diverse. Se non viene
ritenuto sincero l'imputato è condannato
necessariamente a morte: pentendosi, viene prima strangolato o impiccato e il
cadavere viene poi bruciato e le ceneri disperse. La pena viene eseguita
dall'autorità civile, il cosiddetto braccio secolare , in quanto gli
ecclesiastici non possono «spargere il sangue»
Due casi famosi:
La caccia alle streghe
Un capitolo a parte nella storia
del tribunale dell'Inquisizione è rappresentato dalla cosiddetta «caccia alle
streghe»: l'Inquisizione, come sì è detto, era nata per riportare gli eretici
nel solco della «vera fede» e fu solo con papa Giovanni XXII che la competenza
degli inquisitori venne estesa alle persone sospettate di compiere atti di
stregoneria.
Due inquisitori domenicani,
scrissero un manuale che conteneva tutte le informazioni utili per riconoscere,
interrogare e punire streghe e stregoni “Il martello delle malefiche”.
Furono circa 110.000 processi e
60.000 esecuzioni, le vittime furono per l'80% donne.
Il processo a Galileo
Dopo anni di osservazioni e studi
Galilei credette di avere trovato la prova inconfutabile della teoria
copernicana (il movimento delle maree) .Il processo si concluse quando Galilei
abiurò le sue concezioni astronomiche davanti ai suoi giudici, essi condannarono la teoria copernicana, senza
però definirla formalmente eretica.
Catari e Valdesi
Il movimento dei catari, nato in
Francia , si diffuse rapidamente. Essi credevano che il mondo fosse dominato
dal male, contrapposto al bene di Dio: rifiutavano perciò ogni rito che
utilizzasse i prodotti del mondo e negavano l'incarnazione di Cristo.
Pietro Valdo, da cui ebbe origine
il movimento dei valdesi, aveva cominciato la sua attività di predicatore in un
piccolo centro urbano ,movimento predicava le sue dottrine, non basate sulle
sacre scritture. La predicazione di Valdo ebbe un successo straordinario.
Al di là delle differenze sul
piano dottrinale, questi movimenti erano accomunati da un identico tentativo di
vivere in comunità animate da uno spirito di autentica fratellanza .
With love , D. ❤
domenica 12 maggio 2013
SCHEDA
DI LETTURA DI UN LIBRO
AUTORE: LUIGI
PIRANDELLO,
TITOLO: Sei
personaggi in cerca d’autore,
I PERSONAGGI DELLA
COMMEDIA DA FARE:
Il Padre, la Madre,
la Figliastra, il Giovinetto, la Bambina (questi ultimi due non parlano), (Poi
evocata) Madama Pace.
GLI ATTORI DELLA
COMPAGNIA:
Il
direttore-capocomico, la prima attrice, il primo attore, la seconda donna,
l’attrice giovane, l’attore giovane, altri attori e attrici, il direttore di
scena, il suggeritore, il trovarobe, il macchinista, il segretario del capocomico,
l’usciere del teatro, apparatori e servi di scena.
Di giorno, su un
palcoscenico di teatro di prosa.
·
Un uomo sulla cinquantina, in giacca
nera e calzoni chiari, dall’aria aggrottata e dagli occhi scontrosi per
mortificazione; una povera donna in gramaglie vedovili, che aveva per mano una
bimbetta di quattr’anni da un lato e con un ragazzo di poco più di dieci (14)
dall’altro; una giovinetta (18 anni) ardita e procace, vestita anch’essa di
nero ma con uno sfarzo equivoco e sfrontato, tutta un fremito di gaio sdegno
mordente contro quel vecchio mortificato contro un giovane sui vent’anni (22
anni) che si teneva discosto e chiuso in sé, come se avesse in dispetto tutti
quanti. Insomma quei sei personaggi come si vedono apparire sul palcoscenico,
al principio della commedia. E or l’uno or l’altro, ma anche spesso l’uno
sopraffacendo l’altro, prendevano a narrare i loro tristi casi, a gridare
ciascuno le proprie ragioni, ad avventare in faccia le loro scomposte passioni
al Capocomico.
·
Tutti uniti dalla nascita e dal
viluppo delle vicende reciproche per comporre delle loro persone, delle loro
passioni e dei loro casi un romanzo, un dramma o almeno una novella. Nati vivi
volevano vivere.
·
Favola che non ha per se stessa alcuna
verità né fantastica né effettiva.
·
Un misto di tragico e di comico, di
fantastico e di realistico, in una situazione umoristica affatto nuova e quanto
mai complessa; un dramma che da sé per mezzo dei suoi personaggi, spiranti
parlanti semoventi, che lo portano e lo soffrono in loro stessi, vuole a ogni
costo trovare il modo d’essere rappresentato; e la commedia del vano tentativo
di questa realizzazione scenica improvvisa. Dapprima, la sorpresa di quei
poveri attori d’una Compagnia drammatica che stan provando, di giorno, una
commedia su un palcoscenico sgombro di quinte e di scene; sorpresa e
incredulità, nel vedersi apparir davanti quei sei personaggi che si annunziano
per tali in cerca d’autore; poi, subito dopo, per quell’improvviso mancare
della madre velata di nero, il loro istintivo interessamento al dramma che
intravedono in lei e negli altri componenti di quella strana famiglia, dramma
oscuro, ambiguo, che viene ad abbattersi così impensatamente su quel
palcoscenico vuoto e impreparato a riceverlo; e man mano il crescere di quest’interessamento
al prorompere delle passioni contrastanti ora nel Padre, ora nella Figliastra,
ora nel Figlio, ora in quella povera Madre; passioni che cercano di sopraffarsi
a vicenda, con una tragica furia dilaniatrice. Ed ecco che quel senso universale
cercato invano dapprima in quei sei personaggi, ora essi, andati da sé sul
palcoscenico, riescono a trovarlo in sé nella concitazione della lotta
disperata che ciascuno fa contro l’altro e tutti contro il Capocomico e gli
attori che non li comprendono.
·
Il Padre e la Figliastra parlano di
questa atroce realtà e la difendono contro le smorfie fittizie e l’incosciente
volubilità degli attori e cercano d’imporla al volgare Capocomico che vorrebbe
alterarla e accomodarla alle così dette esigenze del teatro. Non tutti e sei i
personaggi stanno in apparenza sullo stesso piano di formazione, ma non perché
vi siano fra essi figure di primo o secondo piano, cioè “protagonisti” e
“macchiette”. Sono, tutti e sei, allo stesso punto di realizzazione artistica,
e tutti e sei, sullo stesso piano di realtà, che è il fantastico della
commedia. Se non che il Padre, la Figliastra e anche il Figlio sono realizzati
come spirito; come natura è la Madre; come “presenze” il Giovinetto che guarda
e compie un gesto e la Bambina del tutto inerte. I più vivi, i più
compiutamente creati, il Padre e la Figliastra, vengono naturalmente più avanti
e guidano e si trascinano appresso il peso quasi morto degli altri: uno, il
Figlio, riluttante; l’altro, la Madre, come una vittima rassegnata, tra quelle
due creaturine che quasi non hanno alcuna consistenza se non appena nella loro
apparenza e che han bisogno di essere condotte per mano. E infatti! Infatti
dovevano proprio apparire ciascuno in quello stadio di creazione raggiunto
nella fantasia dell’autore al momento che questi li volle scacciare da sé.
·
Se personaggi che cercano un autore.
Il dramma non riesce a rappresentarsi appunto perché manca l’autore che essi
cercano; e si rappresenta invece la commedia di questo loro vano tentativo, con
tutto quello che essa ha di tragico per il fatto che questi sei personaggi sono
stati rifiutati.
·
Nasce fa i sei personaggi Madama Pace
e pare un miracolo, anzi, un trucco su quel palcoscenico rappresentato
realisticamente.
·
Trama: la Figliastra si prostituisce per
pagare le spese della sua famiglia alla morte del padre. Un giorno incontra il
patrigno che ospita la moglie e i tre figli a casa sua. Il Figlio è geloso e
odia il Giovinetto. La Bambina muore annegata nella vasca del giardino e il
Giovinetto si spara alla nuca. I personaggi se ne vanno senza i due morti, la
Compagnia se ne va e cala il sipario.
With love , D. ❤
RINASCIMENTO
Dal 1400 al 1550 circa. Caratterizzato da un nuovo ideale di
vita e dal rifiorire degli studi e delle arti. Un complesso fenomeno culturale
e politico che porta dal medioevo all’età moderna. Caratterizzato dall’ascesa
della borghesia commerciale e finanziaria e dalla ricerca nel passato di
modelli perfetti su cui far rinascere un mondo ideale, dove l’uomo è al centro
di ogni cosa. Artisticamente prevale un ideale di armonia ispirato ai modelli
classici. Si ricerca il vero, si rivaluta il corpo umano nella sua perfezione
di proporzione e bellezza. Nasce una nuova concezione dello spazio, la
prospettiva, cioè la rappresentazione dello spazio e la sua rappresentazione
secondo regole geometriche e matematiche.
MANIERISMO
Si fa partire all’incirca negli anni 30 del 1500, periodo in
cui la caduta della repubblica e la crisi della chiesa aprirono ad un periodo
di crisi nei valori fino ad allora intoccabili. Inoltre la crisi della chiesa
causata dalla riforma protestante, che non accettava certi precetti della
chiesa di roma, portò ad una controriforma, che ebbe la sua massima espressione
nel concilio di trento, in cui furono riaffermati il principio di unità
indissolubile della chiesa, la supremazia del papa e il dogma cattolico;
attraverso campagne di repressione a volte crudeli. Il manierismo per
allontanarsi da questo clima di instabilità si rifà alla maniera dei grandi
artisti del 400 riproponendoli e rielaborandoli senza cercare di commuovere né
di dare degli insegnamenti con la chiarezza delle idee, preparando così al
barocco. Importante nel periodo manierista è il colore, innaturale e
intellettuale superando il naturalismo 400esco.
BAROCCO
Anche il barocco è caratterizzato dalla repressione
esercitata dalla chiesa cattolica contro la libertà delle idee e la
riaffermazione dell’autorità del proprio magistero, ma è l’arte del trionfo
controriformista e dell’assolutismo sovrano. Importante è la nascita del teatro
pubblico che diventa il mezzo espressivo più adeguato al 600, poiché svincola
le leggi che regolano l’espressione logica del pensiero. Caduto il mito
rinascimentale della ragione per conquistare la verità, le arti visive si fanno
sempre più teatrali, indagando sulla drammatica realtà dell’uomo contemporaneo.
La parola “Barocco” è stata usata in senso spregiativo per contrapporre un
periodo di esagerazione 600esca alla razionalità illuministica del 700. Il
barocco ha come caratteristiche il movimento, la grande teatralità, il nuovo
senso luministico e il gusto della decorazione. E’ l’arte dell’introspezione
psicologica dell’uomo e l’espressione del suo dramma, dell’audacia degli scorci
e dei contrasti tra luci e ombre.
ROCOCO’
È uno stile architettonico e decorativo nato in francia nella
prima metà del 1700 passato poi anche alla scultura e alla pittura. La sua
caratteristica è la tendenza a negare la forma architettonica rivestendola con
un gioco ardito di stucchi, cornici, festoni, ecc.
NEOCLASSICISMO
Nato nella seconda
metà del XVIII secolo per azione del pensiero illuminista in netta contrapposizione
al barocco. Si è convinti di poter raggiungere un nuovo classicismo. Il
neoclassicismo trova giustificazione storica nel razionalismo illuminista, che,
nell'opposizione agli eccessi del barocco cerca quella chiarezza che sembra di
poter riconoscere solo nella cultura classica. Già prima che abbia inizio la
teorizzazione classica abbiamo riscontrato la tendenza di schiarire i colori ed
evitare i contrasti chiaroscurali e a dare forma geometrica alle strutture. Il
vero indiscusso teorico neoclassico è il tedesco WINCKELMANN. Il Winckelmann
ritiene che l'opera d'arte sia espressione del bello ideale, raggiungibile non
imitando la natura, ma sollevandola dai suoi difetti, o, meglio, scegliendo da
essa le parti più belle e fondendole insieme. Winckelmann, ritenendo che
soltanto i greci abbiano raggiunto il bello ideale, assume l'opera greca come
modello da imitare. Il neoclassicismo è una corrente culturale ben definita e
molto diversa da quel classicismo che è presente in tutto il corso della storia
dell'arte europea, soprattutto italiana. L'opera d'arte dovrà perciò superare
il movimento e il dramma. Poiché il padrone dei propri sentimenti è l'uomo, la
più alta forma d'arte è la scultura che imita il corpo umano; attraverso la
scultura sarà possibile esprimere una serena compostezza anche nel dolore. Il
neoclassicismo sarebbe però limitativo considerarlo solo dal punto di vista del
bello ideale perché il fine estetico non può essere disgiunto dall'ideale etico
di un'epoca che è conseguenza sia delle teorie illuministiche sia della
situazione storica. Nasce nuovamente il mito dell'eroe, l'uomo leggendario che,
da solo, salva l'umanità. Ideale estetico e ideale etico sono dunque i due poli
entro i quali si muove il neoclassicismo.
ARTISTI RINASCIMENTALI
GHIBERTI
Interesse per l’antico, idealizzazione dei corpi
volumetricamente definiti
BRUNELLESCHI
Più interessato alla resa della scena più che della bellezza
del corpo, la sua arte si basa sulla prospettiva
MASOLINO
Accenno di prospettiva, architetture realistiche anche se
sproporzionate. Paesaggi con scene di vita quotidiana, i visi idealizzati e
tutti uguali
MASACCIO
Resa della figura umana che definisce lo spazio, i visi tutti
diversi quasi fossero dei ritratti reali, grande attenzione a volte anche alla
prospettiva che viene ben descritta. Gusto cavalleresco in un contesto
fiabesco. Usa ancora il fondo oro
DONATELLO
Si stacca subito da gusto tardo gotico, molto attento alla
prospettiva soprattutto nei suoi bassorilievi dove riesce a creare grandi spazi
solo accennando delle architetture. I corpi sono idealizzati, con forme e
proporzioni perfette a cui da un gran movimento nello spazio. Si legge nelle
sue opere una grande drammaticità
BEATO ANGELICO
Insiste molto sulla spiritualità nelle sue opere per
commuovere i fedeli, accenna alla prospettiva ma si dedica di più a descrivere
i personaggi e i loro visi sono tutti diversificati
DELLA QUERCIA
Non si interessa alle discussioni sulla prospettiva, sviluppa
il proprio pensiero in modo indipendente. Usa la linea di contorno che
definisce e costringe le figure, le forme dominano lo spazio
UCCELLO
Entusiasmato dalla prospettiva ma ancora legato alla
tradizione con grande attenzione per i dettagli
LIPPI
Accetta subito il nuovo linguaggio prospettico, i visi delle
sue donne sono idealizzati, con bocca piccola, occhi azzurri e fronte bombata,
che saranno di ispirazione a botticelli
VENEZIANO
Aperto al nuovo linguaggio ma ancora legato alla tradizione
(vesti molto decorate e dettagliate) c’è anche il senso della prospettiva e usa
colori chiarissimi
DEL CASTAGNO
Dipinge ritratti di infamia. I suoi dipinti sono idealizzati
e i personaggi si muovono nello spazio, posti in un ambiente costruito
prospetticamente, basa la sua costruzione sulla linea
DELLA FRANCESCA
Grande attenzione al corpo e alla figura umana, i suoi
personaggi però sembrano fuori dal tempo, fermi e privi di gestualità. Riprende
l’uso di rappresentare il protagonista più grande delle altre figure,
impostandole però entro termini prospettici esatti ance se è più attento a
descrivere il particolare. Dipinge il primo notturno italiano
POLLAIOLO
Orafo-pittore-scultore. Concepisce la vita come moto e la
riflette nelle sue opere. Grande importanza della luce e della linea che
costruisce la figura, che a sua volta costruisce lo spazio.
VERROCCHIO
Orafo-pittore-scultore. Le sue figure si inseriscono nello
spazio con un lento e graduale moto e con un morbido chiaroscuro. Le sue opere
mostrano l’incisività della linea e una plastica asciutta, importante è anche la
luce che batte su materiali diversi e la forma che si libera nello spazio.
Maestro di leonardo, è suo l’uso di tagliare il ritratto al di sotto del gomito
BOTTICELLI
Intelletto e amore sono i temi di botticelli, usa la linea
per definire le figure che vengono così idealizzate e estraniate dalla realtà
PITTURA FERRARESE
Si concentra sulla ricerca del dettaglio e sulla ricerca
espressionistica, in bilico tra il rinascimento e la tradizione tardo-gotica,
influenzata solo tardi da padova
VENEZIA
Coniuga l’antico impianto bizantino con il linguaggio gotico.
Il linguaggio rinascimentale verrà accolto solo molto tardi a venezia, poiché
non si sentiva in dovere di cambiare stile e adeguarsi alle altre città.
CODUSSI
Porta a venezia il linguaggio toscano del rinascimento che
parò viene adattato alla tradizione veneziana. Inventa la bifora con oculo.
JACOPO BELLINI
È legato alla tradizione, dipinge su tavola, è il padre di
gentile e giovanni bellini
GENTILE BELLINI
Ci da i costumi puntuali e precisi della realtà, i suoi visi
sono tutti diversi l’uno dall’altro
SQUARCIONE
Maestro del mantegna. Cerca di dare una nuova prospettiva
basata sul movimento dei personaggi, ma sono rappresentati ancora secondo
l’iconografia tradizionale
MANTEGNA
Uno dei protagonisti del rinascimento veneto. Assumerà
l’antico reinventandolo. In lui c’è il gusto per il linearismo, la sua
prospettiva è ben studiata e tende ad invadere spazi che non sono di sua
pertinenza, realizzando anche strutture che ingannano l’occhio dello
spettatore. Un suo punto di forza è la grande capacità di scorcio e l’abilita
nel rappresentare le volumetrie dei corpi
GIOVANNI BELLINI
Grande rinnovatore della pittura veneziana, conferendo alle
sue figure una dolcezza del colore creando una prospettiva cromatica che sarà
alla base della pittura tonale veneta. In lui l’uomo e la natura convivono
senza prevalere l’uno sull’altro
DA MESSINA
Si forma a napoli, centro legato alle fiandre e quindi alla
pittura fiamminga che cerca di studiare la realtà osservandola nei suoi
dettagli in maniera accurata raggiungendo così una sorta di angoscia che si
collega ad una cultura priva della chiarezza classica. Nei suoi ritratti non si
limita a riprodurre le fattezze del soggetto, ma ne estrapola un’azione e un
atteggiamento psicologico. È il primo a rappresentare un ritratto che sorride
all’osservatore
CARPACCIO
Colloca le sue storie in ambienti reali che vengono descritti
con grande attenzione. Si vede una grande vivacità e una brillantezza cromatica
con il gusto del particolare di origine fiamminga
LEONARDO
Da ai suoi paesaggi una grande importanza, hanno vita
autonoma, e ai quali da una grande spazialità e spessore geometrico solo
attraverso l’uso del colore. I suoi dipinti sono sempre immersi in una luce
studiata alla perfezione che rende le immagini imprigionate in un mondo
surreale, quasi acquatico. La sua è una pittura dell’anima, le sue figure sono
mosse, in azione. C’è uno studio continuo sulla figura umana, che oltre alla
resa fisica, è sempre in azione, in movimento
BRAMANTE
MICHELANGELO
Ritorna il mito, l’uomo eroe. È sempre presente in lui
l’influenza del modo antico arrivando a rappresentare la perfezione dell’uomo
ideale. In Michelangelo è assente l’uso della prospettiva geometrica, sono le
figure con i loro volumi a creare lo spazio. Tutte le sue opere, anche se
rifinite a 360 gradi, sono pensate per essere viste da davanti e pensate come
se fuoriuscissero da un fondo ideale, le proporzioni sono meno importanti del
significato che l’opera deve avere e perciò vengono messi in evidenza le parti
fondamentali della struttura. Nella pittura il colore è importante in funzione
del volume, visto che concepisce la pittura come una scultura e come tale la
costruisce.
RAFFAELLO
È il massimo pittore del periodo e alla base della sua opera
ci sono le prospettive cristalline e la razionalità matematica, tenendo ben
presente il rapporto di ombra-luce di leonardo, usando la luce per conferire
maggiore dolcezza alle figure. I suoi volti sono totalmente idealizzati anche
se però nei suoi ritratti c’è una ricerca minuziosa delle caratteristiche
fisiche e morali del soggetto, rese con un indagine accurata dei dettagli di
viso, mani e vesti. Anche in lui, i corpi costruiscono lo spazio. Nelle sue
architetture si nota l’influenza del bramante e dello studio dell’antichità,
era uso creare molti disegni preparatori utilizzando un nuovo sistema: la
proiezione ortogonale.
GIORGIONE
Il primo dei grandi pittori del 500, le sue opere sono poche
forse perché lavorava maggiormente per privati. In lui si nota l’amore per la
natura e la convivenza in essa coordinata dall’intonazione di colori che sono
il suo punto di partenza. I colori in giorgione creano spazialità, ma non
degradando, passando invece dalle tonalità più calde a quelle più fredde.
Abolisce il disegno e la linea di contorno, la natura per lui è fatta di colori
ed è la protagonista dei suoi dipinti. Il significato del dipinto non è
importante per giorgione, ma impotrante è il rapporto dell’uomo con la natira,
reso attraverso la pittura tonale
TIZIANO
Apprende da giorgione il colore tonale e l’assenza di
disegno, usa una pennellata densa che costruisce l’immagine, i suoi colori sono
molto forti la sua luce colpisce emotivamente lo spettatore. Tiziano è anche
uno dei ritrattisti più ricercati, analizzando l’aspetto fisico riesce a
interpretarne il significato interiore
LOTTO
La sua pittura è contraddistinta dall’irrequietezza, dal
movimento e dall’insofferenza alle regole. Prevale la natura in un contesto
però fantastico e la luce che provoca improvvisi riflessi
DEL PIOMBO
Anche lui come giorgione utilizza la pittura tonale per fare
emergere le volumetrie dei corpi
PALMA IL VECCHIO
Preferisce trasformare i suoi paesaggi in luoghi calmi e
riposanti dove si inseriscono i corpi ottenuti con un armonioso rapporto
cromatico
CORREGGIO
Apprende dal mantegna il gusto per l’ardito e per il mito,
rappresenta una natura quasi innaturale, i suoi scorci creano diversi punti di
vista da cui è possibile vedere solo determinate figure, usa una luce naturale
e non ideologica
DAL RINASCIMENTO AL MANIERISMO
FRA’ BARTOLOMEO
È lontano dal primo rinascimento per la spazialità delle sue
opere, possiede anche un grande senso del colore appreso a venezia
DEL SARTO
È il maggiore rappresentante del rinascimento del primo 500,
le sue opere sono la perfetta rappresentazione per una classe sociale solida e
ricca. Le forme sono belle anche se semplici
ROSSO FIORENTONO
Esprime un mondo inquieto e tormentato, ribelle alle
costrizioni classiciste ormai in crisi
PONTORMO
Il primo vero manierista italiano,scontroso e tormentato, che
si riflette nelle sue opere anche attraverso l’uso di una luce improvvisa. Il
tema mitico lo tratta in maniera nuova, spogliandolo di ogni riverenza dovuta
al mito classico
DEL VAGA
Collaboratore dei raffaello a roma, non mantiene l’equilibrio
del maestro ma alleggerisce le figure rendendole più brillanti e caricandole di
contenuti simbolici.
PARMIGIANINO
Si forma col carreggio e quindi utilizza la pittura tonale
per evidenziare le volumetrie, che però sono più stilizzate rispetto al maestro
SAVOLDO
Ama la natura, espressa nella sua essenza, analizza bene i
particolari e soprattutto gli interni casalinghi. È molto interessato al rapporto luce-colore
ROMANINO
Si forma sul cromatismo veneziano di giorgione
MORETTO
Aperto agli influssi della pittura di romanino e giorgione, è
sempre più interessato alla realtà domestica
BRONZINO
Allievo di pontormo,trova la sua forma più felice nei
ritratti della ricca borghesia, dove ne estrapola le doti umane e la posizione
sociale attraverso una idealizzazione delle figure che risultano prive di
imperfezioni. Le figure sono prive di contrasti chiaroscurali, illuminate da
una luce che le immobilizza
VASARI
Scrive per primo un trattato sulla vita e le opere degli
artisti, grande architetto, le sue opere si alleggeriscono nelle forme
SALVIATI
Pittore manierista formatosi a firenze, la linea e il disegno
che definiscono le figure sono sempre presenti nelle sue opere anche se alla
fine della sua carriera le sue figure acquistano maggiore plasticismo e volume
AMMANNATI
CELLINI
Nelle sue opere ricerca il nuovo e il raffinato, la sua
attività di orafo si rispecchia sulle su opere giocando con dolci passaggi
chiaroscurali
VIGNOLA
SANSOVINO
È riuscito a rinnovare il linguaggio a venezia con elementi del rinascimento senza
deviare dalla tradizione veneta
SANMICHELI
BORDON
BASSANO
TINTORETTO
Si forma sul tonalismo veneto, ma nei suoi dipinti è presente
anche un disegno, utilizza però una linea-luce che fa balzare la figura in
maniera innaturale. La luce diventa perciò la vera protagonista delle sue opere
VERONESE
Utilizza il disegno che contorna zone cromatiche e accosta i
colori ,senza fonderli, in passaggi graduali in modo che si esaltino a vicenda
determinando un intensa luminosità, molto lontano dal tonalismo di tiziano
PALLADIO
Trae dall’antichità la tipologia: ogni edificio ha una forma
che deriva dalla sua funzione e dalla sua collocazione
BAROCCO
CARRACCI
Le opere risultano teatrali ed essenziali, atte a suscitare
emozioni nello spettatore, le figure sono illuminate da una luce
soprannaturale, ideologica
CARAVAGGIO
Affronta il problema esistenziale dell’uomo, la ricerca della
verità, rappresentata in una teatralità che coinvolge e suscita forti emozioni.
Vede la realtà e la presenta con un suo giudizio personale. La luce in lui ha
un ruolo molto importante nel mettere in evidenza le parti salienti per
lasciarne in ombra altre
GUERCINO
Sensibile ala pittura ferrarese e venete, con un attenzione
agli impasti cromatici e agli effetti luministici
LANFRANCO
Adotta lo scorcio di correggio per dare alle sue opere un
impianto barocco
MADERNO
BERNINI
Il maggiore rappresentante dell’arte barocca del 600, dove
riesce a fondere insieme le diverse arti. Si forma sul patrimonio classico che
resterà sempre alla base delle sue opere
BORROMINI
Il grande antagonista di bernini, le sue opere sono espresse
tutte entro spazi limitati, usa materiali poveri che nobilita con
l’intelligenza della forma
DA CORTONA
Le sue architetture rievocano la grandiosità 500esca, ma
imprimendo loro un movimento basato sulle superfici curve, sui pieni e sui
vuoti
CARAVAGGISMO
Caravaggio ha influenzato moltissimi artisti, soprattutto per
la luce che colpisce con forza le figure lasciandone altre al buio
NATURA MORTA
PAESAGGIO
POUSSIN
Il suo animo è sempre classico, nei suoi paesaggi sono sempre
raffigurati dei ruderi che ricordano l’antica roma e dove ambienta scene
bibliche o mitologiche
LORRAINE
Il maggiore esponente della pittura di paesaggio ideale, con
una eccezionale sensibilità per la luce che da unità alle sue composizioni e ne
crea l’atmosfera di serenità, con luci fredde del mattino o calde del tramonto.
Le forme divengono allungate ed eteree soprattutto verso la fine della sua
carriera
VEDUTA
CANALETTO
Il primo importante vedutista italiano, i suoi paesaggi sono
ricchi d’acqua e resi minuziosamente. Utilizza la camere ottica per ottenere
maggiore verità. Al canaletto interessa soprattutto la luce che, riflessa
nell’acqua, crea interessanti effetti
GUARDI’
Le sue vedute sono viste con occhio della memoria affettiva,
il disegno meno definito e meno curato, dato solo da piccoli tocchi di colore
BELLOTTO
Ha il gusto di ritrarre paesaggi dominati da una luce fredda,
limpida e immobile che rende netti tutti i dettagli. Usa la camera ottica
SCENA DI GENERE
PIETRO LONGHI
Rappresenta unicamente la vita veneziana contemporanea, con
colori cupi all’inizio della carriera e più chiari e delicati verso la fine
TIEPOLO
Si orienta sul forte costruttivismo chiaroscurale, con una
diversa sensibilità coloristica per ottenere una luminosità più intensa
GUARINI
JUVARRA
VANVIDELLI
NEOCLASSICISMO
PIRANESI
Architetto, si rivolge al classicismo non per imitarlo ma per
riviverlo. Il monumento antico per lui non può essere ricostruito, ma deve
essere ricreato nella fantasia
CANOVA
Sintetizza e conclude la grande tradizione scultorea
italiana, interprete dell’ideale di bellezza e della rinascita dell’arte
antica, attraverso morbidi passaggi chiaroscurali e al diverso trattamento del
marmo.
IL RINASCMENTO
GHIBERTI (firenze 1378-1455)
FRA GOTICO E
-porta del battistero
RINASCIMENTO
JACOPO DELLA QUERCIA (siena
1371,74-1438)
-tomba di ilaria del carretto
-fonte gaia
MASOLINO (arezzo 1383-firenze 1440)
-madonna col bambino
-il peccato originale
-il banchetto di erode
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
BRUNELLESCHI (firenze
1377-1446)
GLI INIZIATORI DEL
-porta del battistero RINASCIMENTO
-cupola del duomo di firenze
-ospedale degli innocenti
-cappella pazzi
-palazzo pitti
DONATELLO (firenze 1386-1466)
-david
-san giorgio
-banchetto di erode
-david del 1440
-cantoria
-altare di sant’antonio
-gattamelata
-maddalena
MASACCIO (arezzo 1401- roma 1428)
-trittico
-madonna col bambino e sant’anna
-adorazione dei magi
-cappella brancacci
-il tributo
-trinità
LEON BATTISTA ALBERTI (genova 1404- roma
1472)
-tempio malatestiano
-palazzo rucellai
-santa maria novella (facciata)
-sant’andrea
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
BEATO ANGELICO (firenze
1400- roma 1455)
LA PITTURA
-visitazione (varie)
FIORENTINA DELLA
-annunciazione (varie)
PRIMA META’
FILIPPO LIPPI (firenze 1406- perugia
1469)
DEL 400
-incoronazione della vergine
-il festino di erode
-morte della vergine
PAOLO UCCELLO (firenze 1397-1475)
-giovanni acuto
-caccia
ANDREA DEL CASTAGNO (firenze 1423-1457)
-ultima cena
-pippo spano
DOMENICO VENEZIANO (venezia 1406-
firenze 1461)
-adorazione dei magi
-sacra conversazione
-annunciazione
PIERO DELLA FRANCESCA (arezzo 1410,20
-1492)
-flagellazione di cristo
-il battesimo di cristo
-incontro della regina di saba con
salomone
-ritratti
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
I DELLA ROBBIA (Firenze 1400-1550 circa) ARCHITETTI
E
-cantoria (luca)
SCULTORI FIORENTINI
-le terracotte invetriate
DEL 400
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
POLLAIOLO (Firenze 1431-Roma 1498)
ARTISTI FIORENTINI
-david
DELLA SECONDA
-ercole e anteo
META’ DEL 400
-ercole e anteo (statua)
-tomba di sisto IV
VERROCCHIO (Firenze 1435-Venezia 1488)
-david
-monumento funebre ai de medici
-putto con delfino
-statua equestre di colleoni
-battesimo di cristo
BOTTICELLI (Firenze 1445-1510)
-adorazione dei magi
- nascita di venere
-primavera
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
ANTINELLO DA MESSINA
(Messina 1430-1479)
ARTISTI DEL 400
-san giorgio nello studio NELL’ITALIA
DEL SUD
-san Sebastiano
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
MANTEGNA (Padova 1431-Mantova 1506) RINASCIMENTO
-san Sebastiano
A PADOVA
-pala di san zeno
-crocifissione
-orazione nell’orto
-camera degli sposi
-sacra conversazione
-morte della vergine
-cristo morto
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
I LOMBARDO
(Bergamo-Venezia tra il 1435 e il 1550) RINASCIMENTO
-palazzo dario
A
VENEZIA
CODUSSI (Bergamo 1440-Venezia 1504)
-san michele in isola
-san zaccaria
-palazzo vendramin
GIOVANNI BELLINI (Venezia 1430-1516)
-orazione nell’orto
-presentazione al tempio
-pietà
-madonna col bambino
CARPACCIO (Venezia 1460,65-1525,26)
-miracolo della reliquia della croce
-il sogno di sant’orsola
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
COSME’ TURA (Ferrara
1430-1495) I FERRARESI
-pietà
DEL COSSA (Ferrara 1436-Bologna 1478)
-il lavoro delle donne
-i mesi (marzo e aprile)
DE ROBERTI (Ferrara 1450-1496)
-madonna e santi
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
BRAMANTE (Urbino
1444-Roma 1514) IL
RINASCIMENTO
-chiesa di santa maria
MEDIO O MATURO
-palazzo della cancelleria
-tempietto di san pietro montorio
LEONARDO (vinci 1452-Francia 1519)
-le varie opere
MICHELANGELO (Arezzo 1475-Roma 1564)
-le varie opere
RAFFAELLO (Urbino 1483-Roma 1520)
-le varie opere
GIORGIONE (Treviso 1477-Venezia 1510)
-pala di Castelfranco
-i tre filosofi
-la tempesta
-venere dormiente
TIZIANO (Belluno 1490-Venezia 1576)
-amore sacro e amore profano
-assunta dei frari
-pala pesaro
-venere di urbino
-danae
-ritratti
-carlo V a cavallo
CORREGGIO (Reggio Emilia 1489-1534)
-camera della badessa
-cupola del duomo di parma
-la notte
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
FRA’ BARTOLOMEO
(Firenze 1475-1517) DAL
CLASSICISMO
-giudizio universale
AL MANIERISMO
-vergine in trono tra i santi
-deposizione
ANDREA DEL SARTO (Firenze 1486-1530)
-punizione dei bestemmiatori
-natività di maria
-madonna delle arpie
-madona del sacco
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
PONTORMO (Empoli
1494-Firenze 1556) IL PRIMO
-visitazione MANIERISMO
-deposizione
ROSSO FIORENTINO (Firenze 1495-Francia
1540)
-deposizione
PALMA IL VECCHIO
(Bergamo 1480-Venezia 1528)
ROMA E VENEZIA
-le tre sorelle
-madonna in trono tra i santi
LORENZO LOTTO (Venezia 1480-Ancona 1556)
-san gerolamo penitente
-madonna col bambino
-storie di santa barbara
SEBASTIANO DEL PIOMBO (Venezia 1485-Roma
1547)
-pala di san giovanni crisostomo
-pietà
PERIN DEL VAGA
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
SAVOLDO (Brescia
1480,85-Venezia 1548) PROVINCE
LOMBARDE
-maddalena al sepolcro
SOTTO VENEZIA
-san matteo e l’angelo
MORETTO (Brescia 1498-1554)
-pala rovelli
ROMANINO (Brescia 1484,87-1560)
-san matteo e l’angelo
-cristo incoronato di spine e ecce homo
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
PARMIGIANINO (Parma
1503-Cremona 1540)
EMILIA
-storie di diana e atteone
-madonna dal collo lungo
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
GIORGIO VASARI (Arezzo
1511-Firenze 1574)
TARDO MANIERISMO
-gli uffizzi
TOSCO-ROMANO
-corridoio vasariano
FRANCESCO SALVIATI
FIRENZE
BRONZINO (Firenze 1503-1572)
-lo studiolo del principe
AMMANNATI (Firenze 1511-1592)
-fonte di piazza
-palazzo pitti
-ponte a santa trinità
CELLINI (Firenze 1500-1571)
-saliera
-perseo
-narciso
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
VIGNOLA (Modena
1507-Roma 1573) ROMA
-palazzo dei banchi (facciata)
-tempietto di sant’andrea
-chiesa del gesù
-villa giulia
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
SANSOVINO (Firenze
1486-Venezia 1570) TARDO
MANIERISMO
-palazzo della zecca
-palazzo corner
VENEZIA
-libreria di san marco ARCHITETTURA
E
SANMICHELI (Verona 1484-1559)
SCULTURA
-palazzo
grimani
PARIS BORDON
ANDREA PALLADIO (Padova 1508-Vicenza
1580)
-basilica palladiana
-palazzo chiericati
-la rotonda
-villa barbaro
-san giorgio maggiore
-chiesa del redentore
-loggia del capitanio
-teatro olimpico
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
TINTORETTO (Venezia
1518-1594)
PITTURA
-liberazione di uno schiavo
-ritrovamento del corpo di san marco
-cristo davanti a pilato
-salita al calvario
-la crocifissione
-adorazione dei pastori
-il paradiso
-ultima cena
VERONESE (Verona 1528-Venezia 1588)
-madonna in trono
-decorazione di villa barbaro
-festino in casa di levi
-calvario
-sacra famiglia con santi
JACOPO BASSANO (Vicenza 1515-1592)
-riposo nella fuga in egitto
-decollazione del battista
-adorazione dei magi
-scena
campestre
IL BAROCCO
I CARRACCI (Bologna, Pisa, Roma dal 1555
al 1619)
-annunciazione (ludovico)
-la macelleria (annibale)
-il mangiafgioli (annibale)
-nozze mistiche di santa caterina
(annibale)
-trionfo di baco e arianna (annibale)
-fuga in egitto (annibale)
CARAVAGGIO (Bergamo 1573-Grosseto 1610)
-canestra di frutta
-bachino malato
-riposo nella fuga in egitto
-san matteo e l’angelo
-la vocazione di san matteo
-il martirio di san matteo
-la crocifissione di san pietro
-la conversione di san paolo
-la deposizione
-morte della vergine
-decollazione del battista
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
CARLO MADERNO (canton
ticino 1556-Roma 1629)
ARCHITETTI E
-sant’andrea della valle
SCULTORI
-san pietro (facciata)
BERNINI (Napoli 1598-Roma 1680)
-david
-apollo e dafne
-i busti
-baldacchino di san pietro
-palazzo barberini
-monumento funebre a urbano VIII
-estasi di santa teresa
-fontana dei quattro fiumi
-cattedra di san pietro
-colonnato di san pietro
-scala regia
-sant’andrea al Quirinale
-costantino
BORROMINI (canton ticino 1599-Roma 1667)
-san carlo alle quattro fontane
-oratorio dei filippini
-galleria di palazzo spada
-sant’ivo alla sapienza
-santa agnese
PIETRO DA CORTONA (Arezzo 1596-Roma
1669)
-santa maria della pace
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
GUIDO RENI (Bologna
1575-1642)
LA CORRENTE
-l’aurora
CARRACCESCA A
-strage degli innocenti
BOLOGNA E ROMA
Atalanta e ippomene
GUERCINO (Ferrara 1591-Bologna 1666)
-paesaggio al chiaro di luna
-il figliol prodigo
LANFRANCO (Parma 1582-Roma 1647)
-assunzione di maria (affresco cupola)
PIETRO DA CORTONA (Arezzo 1597-Roma
1669)
-gloria dei barberini
-la sala di martedì
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
GUARINO GUARINI
(Modena 1624-Milano 1683) L’ARTE DEL 600
-cappella della santa sindone A TORINO
-san lorenzo
-palazzo carignano
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
JUVARRA (Messina
1676-Madrid 1736) IL 700 A TORINO
-palazzo reale
-palazzo madama di torino
-la superga
-palazzina dei stupinigi
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VAVINDELLI (Napoli
1700-Caserta 1773) ITALIA MERIDIONALE
-la reggia di caserta
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
TIEPOLO (Venezia
1696-Madrid 1770) VENEZIA
-rachele che nasconde gli idoli
-madonna con le sante
-l’incontro di antonio e Cleopatra
-sala imperiale di wurzburg
IL RITRATTO
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA SCENA DI GENERE
PETRO LONGHI (Venezia 1702-1785)
-la lettera del moro
-il rinoceronte
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA NATURA MORTA
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IL PAESAGGIO
POUSSIN
LORRAINE
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LA VEDUTA
CANALETTO (Venezia 1697-1768)
-rio dei mendicanti
-il ritorno del bucintoro
-il molo con la libreria e la colonna
disan teodoro
BELLOTTO (Venezia 1721-Varsavia 1780)
-la piazza del mercato di pirna
GUARDI’ (Venezia 1712-1793)
-pranzo a palazzo ducale
-rio dei mendicanti
-gondola sulla laguna
CARLEVARIJS (Udine 1663-1729)
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
PIRANESI (Treviso 1678-Roma 1720)
-santa maria
del priorato
IL NEOCLASSICISMO
CANOVA (Treviso 1757-Venezia 1822)
-dedalo e icaro
-monumento funebre di clemente XIV
-monumento funebre di maria cristina
d’austria
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