I patrioti Bresciani delle 10 giornate :D
I patrioti Bresciani
Tito Speri
Tito Speri (Brescia, 2 agosto 1825 – Mantova, 3 marzo 1853) è stato un patriota italiano.
La statua del Monumento a Tito Speri a Brescia.
In gioventù frequentò il Liceo classico Arnaldo di Brescia.
Nel 1848 partì come volontario alla prima guerra di indipendenza, e dopo il successivo armistizio ritornò a Brescia dove coadiuvò il comitato clandestino a preparare l'insurrezione delle Dieci giornate di Brescia.
Tito Speri comandò la difesa di Porta Torrelunga (l'attuale Piazza Arnaldo) e della piazza che oggi porta il suo nome.
L'insurrezione scoppiò approfittando della partenza di parte dell'esercito austriaco verso il Piemonte, e si concluse il 1º aprile 1849, vedendo lo Speri protagonista di vari scontri armati.
Con la capitolazione della città, il patriota si rifugiò nel cantone italiano a Lugano, fino a scendere verso Torino per aderire ai moti mazziniani. Rientrò poi a Brescia dopo l'amnistia. Ma la sua attività cospirativa fu scoperta e Tito Speri arrestato; venne condannato a morte nel 1853 tramite impiccagione a Belfiore, nel Quadrilatero austriaco.
Il monumento a Tito Speri (innalzato nell'omonima piazza di Brescia) venne inaugurato solennemente il 1º settembre 1888. Resta famosa una poesia a lui dedicata da Giulio Uberti.
Enrico Tazzoli
(Canneto sull'Oglio, 1812 – Mantova, 7 dicembre 1852) è stato un patriota e sacerdote italiano, il più noto dei Martiri di Belfiore.
Professore di filosofia nel seminario vescovile, fu arrestato la prima volta il 12 novembre 1848 per aver pronunciato in chiesa una predica[1] contro i tiranni parlando delle potenze imperiali durante il "sacco di Mantova" del 1630, ma evidentemente alludendo agli "imperiali" austriaci di quell'anno. Tazzoli pur ovviamente non condividendo la visione religiosa di Mazzini, si convinse che il movimento della Giovine Italia era l'unico che avesse organizzazione e adesioni sufficienti ad assicurare concretezza d'azione. Molto impegnato nell'assistenza filantropica e nella educazione popolare, sposò i principi di un suo cristianesimo "illuminato", con lo spirito umanitario e "democratico" delle lotte risorgimentali, tanto da definire il suo supremo amor di patria la sua "seconda religione".
Il 2 novembre 1850, in una abitazione al numero 10 dell'odierna via Chiassi, diciotto mantovani parteciparono alla seduta che pose le basi di un comitato insurrezionale antiaustriaco. Tra questi don Enrico Tazzoli era il vero organizzatore e coordinatore del moto. Egli era, altresì, in accordo con Mazzini, esule a Londra, per lanciare le cartelle del prestito interprovinciale mazziniano. Rinvenute casualmente alcune di queste cartelle, la polizia austriaca, facendo anche uso della tortura, scoprì la congiura. Don Enrico Tazzoli fu arrestato il 27 gennaio 1852. Gli vennero sequestrati molti documenti, fra i quali un registro cifrato in cui aveva annotato incassi e spese, con i nomi degli affiliati che avevano versato denaro. Il 24 giugno, in carcere, don Tazzoli seppe che gli austriaci avevano decifrato la chiave di lettura del suo quaderno. Vennero arrestati iscritti di Mantova, Verona, Brescia e Venezia.
Accortamente le autorità austriache ottennero un ordine speciale di Pio IX che, sconfessando il vescovo che l'aveva negata, ordinò la sconsacrazione di Enrico Tazzoli che avvenne il 24 novembre. Monsignor Giovanni Corti fu quindi costretto a procedere alla lettura della formula di condanna, al ritiro dei paramenti sacri tolti di dosso e alla raschiatura con un coltello della pelle delle dita che avevano sorretto l'ostia dell'eucarestia. Non essendoci a quel punto più conflitto con il diritto ecclesiastico, il 4 dicembre gli austriaci diedero ai dieci processati lettura della sentenza del Consiglio di guerra austriaco che già il 13 novembre aveva decretato la condanna a morte. L'emozione suscitata e il susseguente intervento delle autorità religiose lombarde indussero il Governatore generale Josef Radetzky a commutare alcune pene ad anni di carcere, ma lo stesso confermò la pena capitale per Tazzoli, Scarsellini, Poma, De Canal e Zambelli. Il 7 dicembre 1852 furono eseguite le condanne a morte per impiccaggione in località Belfiore, poco fuori le mura della città di Mantova.
Carlo Poma
Carlo Poma (Mantova, 7 dicembre 1823 – Belfiore, 7 dicembre 1852) è uno dei Martiri di Belfiore. Era un medico e un combattente per la libertà
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Rimasto orfano tredicenne del padre Leopoldo, dopo aver frequentato il Regio Ginnasio a Mantova, studiò medicina all'Università di Pavia. Dopo la laurea tornò nelle città natale dove prestò servizio nell'ospedale locale. Nel tempo divenne un seguace delle idee di Giuseppe Mazzini. Si legò a una società segreta fondata a Mantova dal sacerdote Enrico Tazzoli, che si muoveva per la fine del predominio austriaco nell'Italia settentrionale. La casa di Carlo Poma venne usata dai cospiratori come deposito per i manifestini e per altri scritti rivoluzionari. La polizia austriaca scoprì le cospirazioni con una perquisizione e nel giugno del 1852 arrestò tra gli altri Poma. Gli austriaci trovarono anche una lista dei cospiratori, lista che diede luogo a ulteriori arresti.
Carlo Poma fu condannato a morte tramite impiccagione nel novembre del 1852. Fu giustiziato nel giorno del suo ventinovesimo compleanno il 7 dicembre 1852 assieme a Giovanni Zambelli, Scarsellini, Tazzoli e Bernardo De Canal, nella valletta di Belfiore, alle porte di Mantova.
A causa della sua tragica morte Carlo Poma è considerato come uno degli eroi e una delle personalità più importanti del Risorgimento. L'Ospedale di Mantova dove prestò la sua opera, porta il suo nome.
Bartolomeo Grazioli
Bartolomeo Grazioli (Fontanella, 25 settembre 1804 – Mantova, 3 marzo 1853) è stato un sacerdote e patriota italiano , uno dei "Martiri di Belfiore".
Di umili origini, entrò giovane in Seminario a Mantova ed unì alla sua inclinazione pastorale un forte anelito di indipendenza politica per la patria. Nel 1827 fu ordinato sacerdote, e nel 1842 parroco di Revere ed in seguito venne nominato Direttore delle scuole elementari nella sua parrocchia. Nel 1848 aderì al movimento irredentista, del quale divenne un capo locale.
Fu arrestato dalla polizia austriaca mentre era parroco di Revere (MN) e fu impiccato nella valletta di Belfiore con il conte veronese Montanari e con il bresciano Tito Speri il 3 marzo 1852, in quanto reo confesso dei reati contestati, tra i quali spiccò l'accusa di aver svolto opera di proselitismo per il movimento rivoluzionario e per l'eversione.
Angelo Scarsellini
Era un patriota veneziano con la fantasiosa proposta di catturare (sequestrare) l'imperatore e di scambiarlo per più autonomia e libertà: una follia allo stato puro. La proposta venne naturalmente respinta. Fu affidata invece a don Tazzoli l'emissione di un prestito per la raccolta di denaro di piccolo taglio per non dare nell’occhio.
With love , D. ❤
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